Obiettivo lavoro
L’unione fa la coop
Avviare un’impresa non è cosa semplice. Trovare qualcuno con cui condividere questa esperienza può essere l’idea vincente, come ci spiega Rosangela Conte di Legacoop Liguria
Redazione | 13 febbraio 2014
Cos’è Legacoop?
È un’associazione datoriale che rappresenta le cooperative. Ce ne sono altre in Italia ovviamente. Le principali sono tre: la nostra, Confcooperative e Agci. Tutte e tre formano l’Alleanza delle cooperative, che è il marchio con cui ci presentiamo al tavolo di contrattazione sindacale.
Cosa vuol dire costituire una cooperativa?
Chiariamo subito che la cooperativa non è un’associazione, ma un’impresa a tutti gli effetti, che può essere in forma di srl o anche di spa.
Si costituisce con un minimo di 3 soci e un capitale sociale minimo di 25 euro, poi certo bisogna considerare che ci sono altre spese, come il notaio ecc, quindi si cerca di far partire i ragazzi comunque con un budget adeguato. Consideriamo che mettere insieme una cooperativa non è cosa facile, ci vuole un’idea di business. Noi offriamo, anche tramite lo sportello cooperativo dell’Informagiovani del Comune di Genova, la possibilità di accompagnare verso l’idea di impresa. Inoltre agevoliamo i giovani tramite finanziamenti a fondo perduto attraverso i nostri concorsi rivolti all’autoimprenditorialità tra i 18 e i 35 anni. Cerchiamo talenti, insomma.
Tra i concorsi in cui siete coinvolti c’è Culturability…
Sì, Culturability riguarda l’avvio di impresa sempre per i giovani tra i 18 e i 35 anni ed è rivolto soprattutto all’ambito creativo e culturale. Vi invito ad andare sul sito Culturability.org per vedere i progetti che sono arrivati da tutta Italia. Ma questo è solo uno degli strumenti: per i giovani c’è sempre la possibilità di portare le proprie idee ed elaborarle insieme a noi.
Ci sono anche progetti in cui si può simulare l’impresa che poi può essere realizzata in pratica anche con il vostro sostegno…
Sì, si chiama “Bellacoopia” e lo realizziamo ormai da sei anni. È partito da Genova e ora è in tutta la regione. Con questo progetto entriamo nelle scuole superiori di terza, quarta e quinta classe. È sostenuto anche dalla Regione e dalle Camere di commercio. Vincono le scuole che hanno la migliore idea di business, di un’impresa che può stare realmente sul campo. Il secondo step si chiama “Bellacoopia si fa coop”, con cui cerchiamo di mettere in piedi veramente le migliori imprese cooperative. Non è rivolto però solo alle scuole, ma a tutti i giovani 18/35.
Tutti possono rivolgersi a noi, poi privilegiamo ovviamente i giovani entro i 35 anni, perché la cooperazione punta all’intergenerazionalità e i ragazzi per noi sono fondamentali: la cooperativa, non avendo un proprietario, ha il mandato e l’obbligo di essere trasmessa alle future generazioni.
Perché puntare alla cooperativa per avviare un’attività?
Per il modello democratico che ha. Perché gli organi dirigenti vengono direttamente eletti dalla base dei soci. La democrazia è un principio importantissimo qui, insieme alla mutualità, ovvero il fatto che la coop debba garantire ai soci il lavoro alle migliori condizioni possibili sul mercato.
Che riscontro state trovando tra i giovani: c’è interesse nei confronti della cooperativa?
In questi mesi in cui stiamo lavorando con l’università, abbiamo capito che l’interesse è altissimo. Non immaginavamo, perché la nostra è una realtà antica, ma non molto conosciuta. Abbiamo visto invece che c’è un alto interesse tra i giovani soprattutto all’autoimprenditorialità come reale possibilità di lavorare. E soprattutto in una regione dove molti ragazzi si laureeranno e avranno quindi alte competenze senza trovare magari subito impiego, la cooperazione rivolta ai giovani professionisti risulta stimolante.
Ci si può anche associare ad una cooperativa già esistente?
Certo che ci si può associare ad una cooperativa: se ne diventa membri versando la propria quota sociale.
Cosa vorrebbe dire ai giovani che ci leggono e sono interessati a questa opportunità?
Veniteci a trovare. Non abbiate paura di avere delle idee e non fidatevi di chi vi dice che non serve a niente. Non facciamoci ingannare dalla crisi perché la crisi significa anche rimettersi in gioco. Attraverso la vostra partecipazione attiva al lavoro, anche voi potrete contribuire a risollevare le sorti del nostro Paese.
È un’associazione datoriale che rappresenta le cooperative. Ce ne sono altre in Italia ovviamente. Le principali sono tre: la nostra, Confcooperative e Agci. Tutte e tre formano l’Alleanza delle cooperative, che è il marchio con cui ci presentiamo al tavolo di contrattazione sindacale.
Cosa vuol dire costituire una cooperativa?
Chiariamo subito che la cooperativa non è un’associazione, ma un’impresa a tutti gli effetti, che può essere in forma di srl o anche di spa.
Si costituisce con un minimo di 3 soci e un capitale sociale minimo di 25 euro, poi certo bisogna considerare che ci sono altre spese, come il notaio ecc, quindi si cerca di far partire i ragazzi comunque con un budget adeguato. Consideriamo che mettere insieme una cooperativa non è cosa facile, ci vuole un’idea di business. Noi offriamo, anche tramite lo sportello cooperativo dell’Informagiovani del Comune di Genova, la possibilità di accompagnare verso l’idea di impresa. Inoltre agevoliamo i giovani tramite finanziamenti a fondo perduto attraverso i nostri concorsi rivolti all’autoimprenditorialità tra i 18 e i 35 anni. Cerchiamo talenti, insomma.
Tra i concorsi in cui siete coinvolti c’è Culturability…
Sì, Culturability riguarda l’avvio di impresa sempre per i giovani tra i 18 e i 35 anni ed è rivolto soprattutto all’ambito creativo e culturale. Vi invito ad andare sul sito Culturability.org per vedere i progetti che sono arrivati da tutta Italia. Ma questo è solo uno degli strumenti: per i giovani c’è sempre la possibilità di portare le proprie idee ed elaborarle insieme a noi.
Ci sono anche progetti in cui si può simulare l’impresa che poi può essere realizzata in pratica anche con il vostro sostegno…
Sì, si chiama “Bellacoopia” e lo realizziamo ormai da sei anni. È partito da Genova e ora è in tutta la regione. Con questo progetto entriamo nelle scuole superiori di terza, quarta e quinta classe. È sostenuto anche dalla Regione e dalle Camere di commercio. Vincono le scuole che hanno la migliore idea di business, di un’impresa che può stare realmente sul campo. Il secondo step si chiama “Bellacoopia si fa coop”, con cui cerchiamo di mettere in piedi veramente le migliori imprese cooperative. Non è rivolto però solo alle scuole, ma a tutti i giovani 18/35.
Tutti possono rivolgersi a noi, poi privilegiamo ovviamente i giovani entro i 35 anni, perché la cooperazione punta all’intergenerazionalità e i ragazzi per noi sono fondamentali: la cooperativa, non avendo un proprietario, ha il mandato e l’obbligo di essere trasmessa alle future generazioni.
Perché puntare alla cooperativa per avviare un’attività?
Per il modello democratico che ha. Perché gli organi dirigenti vengono direttamente eletti dalla base dei soci. La democrazia è un principio importantissimo qui, insieme alla mutualità, ovvero il fatto che la coop debba garantire ai soci il lavoro alle migliori condizioni possibili sul mercato.
Che riscontro state trovando tra i giovani: c’è interesse nei confronti della cooperativa?
In questi mesi in cui stiamo lavorando con l’università, abbiamo capito che l’interesse è altissimo. Non immaginavamo, perché la nostra è una realtà antica, ma non molto conosciuta. Abbiamo visto invece che c’è un alto interesse tra i giovani soprattutto all’autoimprenditorialità come reale possibilità di lavorare. E soprattutto in una regione dove molti ragazzi si laureeranno e avranno quindi alte competenze senza trovare magari subito impiego, la cooperazione rivolta ai giovani professionisti risulta stimolante.
Ci si può anche associare ad una cooperativa già esistente?
Certo che ci si può associare ad una cooperativa: se ne diventa membri versando la propria quota sociale.
Cosa vorrebbe dire ai giovani che ci leggono e sono interessati a questa opportunità?
Veniteci a trovare. Non abbiate paura di avere delle idee e non fidatevi di chi vi dice che non serve a niente. Non facciamoci ingannare dalla crisi perché la crisi significa anche rimettersi in gioco. Attraverso la vostra partecipazione attiva al lavoro, anche voi potrete contribuire a risollevare le sorti del nostro Paese.