La legge di bilancio 2025 non ha rinnovato il fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. È un buon segno, si potrebbe pensare, significa che la problematica è stata risolta, ma purtroppo le cose stanno diversamente. La povertà educativa minorile è lungi dall’essere una questione del passato e, come ricorda Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini, in Italia ci sono ancora “1 milione e 400mila minori che vivono in povertà assoluta e altri 2,2 milioni in povertà relativa”. Ad oggi, non soltanto il fondo è stato bloccato, ma lo Stato non ha nemmeno messo in campo delle policy strutturali per affrontare il problema.
Il mancato rinnovamento del fondo è stato un’amara sorpresa un po’ per tutti, ma in particolare lo è stato per Arci, per il Forum Terzo Settore e per Rossi-Doria di Con i bambini, l’impresa sociale che l’anno scorso ha svolto il ruolo di soggetto attuatore. Fino alla fine, infatti, sembrava che ci fosse un accordo sulla prosecuzione del fondo. Oltre al danno concreto, poi, gli enti che hanno ricevuto un “no” inaspettato hanno anche dovuto subire il colpo senza un motivo apparente, visto che non sono ancora state rese note le ragioni determinato il cambiamento di direzione.
La spiegazione non può certo essere l’inefficacia dei progetti attuati finora: dai tempi del governo Renzi, infatti, grazie al fondo sono state realizzate oltre 800 iniziative che hanno coinvolto mezzo milione di minori in condizione di povertà educativa. “Le prime valutazioni d’impatto”, ha dichiarato Rossi-Doria, “sono arrivate da poco, nei tempi previsti e programmati. Con i Bambini le ha rese pubbliche e d’ora in avanti faremo una disclosure costante nel tempo […] Tutto questo entrerà nella discussione pubblica, come è giusto che sia”.
Dall’esperienza di Con i bambini sono stati tratti tre princìpi fondamentali: innanzitutto “le cose funzionano meglio quando pubblico e privato vanno insieme, apprendendo uno dall’altro”; è fondamentale, poi, che ci sia una “cultura dell’ascolto” in cui i cittadini possano esprimere le loro effettive esigenze; infine, educatori e docenti devono essere costantemente messi nella condizione di confrontarsi e di rimanere aggiornati: in quest’ottica Con i bambini ha allestito delle “comunità di pratiche” dove “queste persone si sono viste tante volte e hanno potuto riconoscere i meriti reciproci”.
Tuttavia, anche se il fondo non verrà rinnovato, non significa che i progetti in corso e quelli pronti a partire verranno interrotti o annullati. Rossi-Doria infatti tranquillizza sul fatto che ci sia sufficiente “margine per dare continuità al fondo, in una forma che dovrà essere individuata”. Il vero problema dunque non è la sospensione delle iniziative, ma è qualcosa di più profondo: bloccare il fondo significa non investire nelle nuove generazioni, con un quarto della popolazione “già candidato ad essere escluso dai diritti, con un futuro ipotecato, in un tempo della storia in cui la conoscenza e le capacity sono fondamentali per la tenuta dell’economia”.