Lo scorso 18 aprile era stato occupato, per la prima volta in assoluto, il liceo civico Manzoni di Milano, primo da anni nella classifica di Eduscopio. L'azione era stata reclamta dal Collettivo Manzoni Antagonista, attivo nel civico polo scolastico. Nei giorni precedenti all'occupazione era stato realizzato un sondaggio, a cui avevano risposto 652 studenti su 1200, proprio dallo stesso Collettivo, che aveva rivelato che almeno sette studenti su dieci sono soggetti a crisi di pianto o crollo emotivo dovuti alla pressione scolastica. Il passo successivo è stata l'occupazione del polo scolastico per discutere del tema cardine: l'ansia in classe. L'occupazione, durata quindici giorni, si è protese fino a oggi, 3/05/23, interrompendosi in anticipo rispetto a quanto previsto.
Il sondaggio, il parere degli studenti e del dirigente scolastico
Dal sondaggio, come rivelato in un articolo del Corriere della Sera, c’è perfino un 16 per cento di alunni che denuncia di avere "sempre" episodi di crollo emotivo. Inoltre, uno studente su due non sente valorizzato il suo impegno da parte dei docenti e, per il 50% degli alunni, la scuola influisce molto sulla propria salute mentale (tenendo anche conto di chi ha risposto "abbastanza" si arriva quasi al 90%). Più della metà dice di sentirsi classificato solo in base ai voti e forzato a raggiungere l'eccellenza. Questo tipo di scuola non è certamente apprezzato dal collettivo che ha dichiarato: "Studiare dovrebbe essere sinonimo di crescita e scoperta di sé. Eppure, per tanti ragazzi e ragazze, lo studio più che fonte di arricchimento e passione, finisce per essere sinonimo di ansia, frustrazione e sofferenza e molti studenti subiscono il peso della competizione con i propri compagni e del giudizio attraverso il voto. Il nostro istituto, purtroppo, non è esente da questa situazione". La Preside del liceo ha dichiarato in proposito: "Ci accorgiamo che gli studenti fanno più fatica ad affrontare lo studio rispetto a quanto avveniva in passato. In particolare, le classi prime e le seconde sono quelle che hanno risentito di più della chiusura delle scuole nel lockdown. Anche la psicologa ci ha segnalato un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante. Su questo ci stiamo interrogando anche noi, per mettere in atto strategie di aiuto. Abbiamo già incrementato il monte ore del servizio di ascolto psicologico. E nelle classi prime da due anni abbiamo, introdotto la figura del docente tutor, dedicato al metodo di studio e all’organizzazione del tempo in base al carico di lavoro”.
Le richieste degli studenti e le iniziative degli altri licei
Come riportato dal quotidiano la Repubblica, dopo aver interrotto in anticipo l'occupazione i ragazzi del liceo Manzoni hanno presentato alcune richieste, come quella di avere dai professori una spiegazione dei voti che prendono e di evitare l'1 nelle verifiche che vanno male. Questo è solo uno degli esempi di licei insoddisfatti del sistema di valutazione e desiderosi di nuovi percorsi. Al liceo artistico di Bologna, infatti, gli occupanti hanno proposto di far partire una classe sperimentale senza i giudizi coi "numeri"; a Palermo, al Liceo Scientifico Cannizzaro, si sono portati avanti, con una sperimentazione in classe a partire da settembre; mentre al Liceo Scientifico Giordano Bruno di Mestre sono già stati eliminati i voti per un quadrimestre. L’intento di una scuola senza voti, come spiegano i pedagogisti, è quello di eliminare stress e ansia da prestazione negli studenti e dunque è necessario trovare un sistema più solidale e cooperativo.