Il 58,7% delle scuole italiane si classifica nelle due peggiori categorie di efficienza energetica (F e G) secondo le stime effettuate da Legambiente. Eppure degli esempi sostenibili virtuosi ci sono, come l’istituto scolastico “Cesare Battisti” di Fiume Veneto, a Pordenone.
Ne abbiamo parlato in diretta su Zai.Time con Abne (progetto sostenuto dalla Commissione UE con lo scopo di raccontare ai cittadini come funziona l'Europa unita) e con l’autrice del pezzo Ilaria Sesana, giornalista di Slow News.
La giornalista ha raccontato l’intervento energetico che è stato realizzato presso l’istituto: “Un intervento importante in termini economici ed effettuato su una scuola storica dove era difficile intervenire.
E’ stato isolato l’edificio mettendo i cosiddetti “cappotti”, cambiati gli infissi e installati quelli ad alta efficienza che disperdono meno calore; è stato installato un impianto fotovoltaico sul tetto per l'illuminazione e la ventilazione e per alimentare la pompa di calore per sostituire la tradizionale caldaia in modo da riscaldare l’acqua e gli ambienti. Questo ha permesso al Comune di ridurre del 90% i consumi energetici nella scuola”.
Un intervento senza dubbio positivo dal punto di vista ecosostenibile, ma che permette anche un notevole risparmio economico sulle bollette utilizzando e consumando meno energia.
Il progetto è stato finanziato dal Fser che viene dato alle singole Regioni italiane. Come spiegato da Sesana: “Sono fondi europei dati alle singole regioni che poi decidono come investirli e rendere l’economia a basso emissioni. Un intervento molto importante quello realizzato a Fiume Vecchio. Sono tante le regioni che stanno utilizzando i fondi per efficientare le proprie scuole in base alle proprie esigenze e al tipo di edificio sul quale intervenire”.
A proposito di fondi europei, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede 3,9 miliardi di euro per finanziare 2.158 «interventi di messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico e sostituzione edilizia» nelle scuole, oltre a 800 milioni di euro per abbattere gli edifici scolastici vecchi (e inefficienti) e realizzarne 195 di nuovi. Fra questi: “Il PNRR prevede dei fondi per l’edilizia scolastica ed è prevista la realizzazione di nuovi edifici scolastici in tutta Italia e l’obiettivo è quello di costruirne dei nuovi in base alla normativa europea. Ogni edificio nuovo deve rispettare dei requisiti molto stringenti ed essere a basso impatto ambientale possibile quindi essere per esempio isolato ed emettere meno CO2 possibile”.
Sui tempi di trasformazione di un istituto scolastico appartenente alla classe G a scuola appartenente a una classe energetica superiore: “Dipende dal tipo di edificio, non sono infrequenti le classi F e G nelle scuole in Italia. In questi ultimi casi si deve prima di tutto lavorare sull’efficientamento energetico quindi cappotto e infissi, il secondo intervento che si può fare per ottenere il salto di classe energetica è sostituire le vecchie caldaie con le pompe di calore che non consumano gas. L’ideale sarebbe abbinare l’attività di riscaldamento con l’installazione di un tetto fotovoltaico”.
A volte si preferisce abbattere le scuole piuttosto che installare gli impianti energetici. Come analizzato da Slow News: “In molti casi si preferisce abbattere la scuola per fare un intervento più massiccio e duraturo. Molti istituti scolastici in Italia sono “vecchi” e hanno problemi di stabilità antisismica e sono quindi scuole dove a prescindere bisognerebbe intervenire. Gli interventi da fare nelle scuole italiane sono tanti e in alcuni casi è più economico svuotare la scuola, abbatterla e costruirne di più efficienti”.
L’ulteriore sfida è quella di fare i lavori in poco tempo e a Fiume Veneto i lavori sono stati fatti nei mesi estivi per non creare disagi al personale scolastico e agli alunni. I fondi europei rappresentano quindi una grande opportunità non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale. Una sfida che, in quanto tale, porta tante occasioni.