La Corte dei Conti Ue è lapidaria: "Scarsa chiarezza" sui risultati attesi dalle misure finanziate dal Pnrr italiano per la digitalizzazione delle scuole e "notevoli ritardi", in alcune regioni, sul programma di connettività a banda larga degli edifici scolastici. Queste le osservazioni nei confronti dell'Italia che emergono dalla relazione della Corte dei Conti Ue sullo stato dell'istruzione digitale nelle scuole in Italia e altri cinque Paesi dell'unione europea.
Problemi di connessione...
Come riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, dall’analisi emerge che «la riforma del settore dell’istruzione volta al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, dagli asili nido alle università, non specifica i traguardi e gli obiettivi definiti». Esistono inoltre «notevoli ritardi» nell’attuazione del programma per la connettività in banda larga. Ritardi che, secondo i revisori Ue, «mettono a rischio il raggiungimento dell’obiettivo di un gigabit di connessione entro il 2025 per l’intero territorio nazionale». Ancora: “In Grecia e in Italia, la bassa velocità di connessione e le reti inadeguate negli edifici scolastici hanno impedito a molte scuole di utilizzare al meglio le apparecchiature finanziate” riporta il sito Eunews. Dunque, in sostanza, i dispositivi ci sono ma mancano connessioni Internet adatte per poterli usare. Malgrado ciò in Italia, il 79% delle scuole sostiene di avere una strategia formale per l’utilizzo delle tecnologie digitali a fini didattici. E gli auditor affermano che il nostro Paese è l’unico tra gli Stati analizzati a fare riferimento a un concreto piano d’azione per la digitalizzazione delle scuole per il periodo 2014-2020.