Didattica alternativa, un problema di fondi
La didattica alternativa può svoltare con il PNRR? Ne abbiamo parlato con Annalisa Stancanelli, preside del liceo Gargallo di Siracusa.
Redazione | 1 marzo 2023

La didattica alternativa è possibile nella scuola italiana? Lei come la intende e come la mette in pratica?

Nella mia scuola abbiamo 3 indirizzi e 48 classi ma c’è grande fermento dal punto della didattica alternativa. Ad esempio, con i progetti “DIY Musical Instruments” e “Pensiero computazionale e creatività digitale” abbiamo realizzato laboratori che hanno dato voce a oggetti di riciclo tramite l’elettronica analogica e digitale, il mondo della programmazione informatica e i microcontrollori. La scorsa settimana abbiamo accolto dei docenti di Bilbao mettendo in campo tutti i talenti dei nostri studenti (presentazioni in lingua, traduzioni in greco antico, spettacoli musicali). E ancora, stiamo realizzando un progetto di digitalizzazione di antichi testi greci che vengono caricati su piattaforme liberamente utilizzate in tutte il mondo. In ultimo, grazie ai progetti STEM, abbiamo acquistato caschetti I Tracker che aumentano la realtà e permettono di studiare i movimenti oculari e le aree di interesse del cervello nei confronti di reperti archeologici. Da tutti questi progetti abbiamo rilevato grandissimo entusiasmo e immediate ricadute a livello curriculare.

 

Quindi è possibile realizzare una didattica alternativa anche in Italia. Non riscontra anche lei un problema di fondi?

I nostri progetti nascono a seguito di bandi del ministero o, come nel caso del progetto della digitalizzazione dei documenti greci, sono iniziative dei miei docenti. Con fondi adeguati le scuole hanno delle professionalità che possono lavorare sull’innovazione didattica ma dovrebbero essere congrui e costanti.

 

Insomma, non è vero che i docenti non sono formati o disponibili…

All’interno della mia scuola ho un nutrito gruppo di docenti interessati a innovare la didattica. Ma penso che bisognerebbe dare più autonomia alle scuole sulla formazione docenti in base alle diverse esigenze.


Il PNRR può essere una svolta o è troppo vincolante?

È un’ottima occasione per la scuola, questi fondi vanno sfruttati ma servirebbe più autonomia. Nel mio caso, ad esempio, ci sono tanti problemi di spazi più che di edilizia scolastica. La scuola è nuova, non abbiamo bisogno di interventi che in altri casi sono primari.