Senza cellulare a scuola: come cambia la socialità?
L'iniziativa del Malpighi di Bologna: cellulari consegnati a inizio mattinata. L'obiettivo è la concentrazione, ma ci saranno impatti sui rapporti tra i banchi?
Alex Lung | 12 dicembre 2022

Gli smartphone sono uno strumento che non solo ci permette di comunicare e di restare in contatto col mondo, ma che influenza anche la percezione che abbiamo di esso e che è diventato fondamentale per "legittimare" il nostro stesso "esistere". È quasi sempre tra le nostre mani, e la scuola non è un'eccezione, né per gli studenti né per i professori. Una delle differenze è rappresentata dall'iniziativa del Liceo Malpighi di Bologna, che dall'inizio dell'anno scolastico obbliga gli iscritti — ma anche i docenti — a consegnare i propri cellulari ai collaboratori scolastici per tutta la durata della giornata.

Le motivazioni

La ragione che ha spinto l'Istituto ad adottare questa regola non ha nulla a che vedere col rischio di copiare, ma si tratta piuttosto di una scelta a tutti gli effetti pedagogica. A BolognaToday il preside Marco Ferrari ha messo in chiaro che il principale obiettivo è quello di lottare contro una dipendenza. Lui stesso ammette di distrarsi vedendo la luce delle notifiche del proprio cellulare, e non nasconde che per tutti i suoi colleghi deve essere lo stesso. Il punto è quello di rendere la giornata scolastica pienamente produttiva.

Faccia a faccia

Eppure, se i cellulari sono ormai un cancello per il mondo che ci circonda, la decisione del Liceo Malpighi non può che avere un grande impatto sulla socialità tra le mura scolastiche. Se a ricreazione si era soliti tirare fuori il telefono e messaggiare, utilizzando i pochi minuti di pausa per recuperare tutto ciò che era stato lasciato in sospeso nelle ore precedenti, adesso gli studenti si ritrovano a vivere un intervallo diverso. “Il mio primo istinto quando suona la campanella è ancora quello di tirare fuori il cellulare dalla tasca”, ci racconta Alice, “ma alla fine mi interessa poco cosa faccio durante l'intervallo. Per me è un momento di socialità. Se prima la esprimevo messaggiando col mio ragazzo, ora capita di parlare di più con i miei compagni faccia a faccia”. Un'iniziativa che secondo Matteo potrebbe essere utile agli studenti dei primi anni, che devono ancora conoscersi: “Durante la ricreazione parliamo davvero un sacco e si è formato un bel gruppo”, racconta, “sarebbe stato tutto più limitato se avessimo avuto gli smartphone con noi”. Federica crede inoltre che l'assenza dei cellulari abbia migliorato anche il rapporto con i docenti: “I prof mi sembrano più concentrati sulla classe, su come reagiamo alla lezione”. “Forse anche meno stressati” aggiunge Sofia, “staccarsi dai problemi del mondo esterno sicuramente aiuta pure loro”. “Capita anche che si mettano a fare due chiacchiere con noi a ricreazione” conclude Federica, sottolineando come anche i rapporti personali tra figure diverse ne escano rafforzati.

Chi si oppone

Esistono delle eccezioni alla regola. Gli studenti a cui lo smartphone monitora le funzioni corporee per fini medici possono tenerlo con sé e per le emergenze i docenti sono pronti a chiudere un occhio. Tuttavia, non tutti gli studenti sono felici della scelta dell'Istituto. “Ho diciotto anni, per me è importante che mi venga data fiducia. I prof dovrebbero fidarsi del fatto che se vengo a scuola è perché so quanto sia importante” lamenta Elena. Un pensiero condiviso da Marco: “Distrarmi è una mia scelta, la mia attenzione cala anche senza cellulare”. Giulia considera poi che gli studenti non sono stati coinvolti: “Siamo tornati a scuola e ci è stata imposta questa iniziativa, senza chiedere la nostra opinione”. Quando le viene chiesto se è categoricamente contraria risponde di no: “Ma in quanto studenti avremmo potuto dare un punto di vista diverso, cambiando qualche dettaglio, magari chiedendo di poter utilizzare il telefono almeno a ricreazione”.

La sperimentazione del Liceo Malpighi verrà portata avanti per tutto il resto dell'anno scolastico. Nell'attesa di comprendere se l'obiettivo sia stato raggiunto è interessante ragionare se l'assenza del cellulare, almeno nelle cinque o sei ore scolastiche, potrà cambiare la concezione che le nuove generazioni hanno di socialità, oppure se è ormai troppo tardi per vedere il mondo senza l'intermediazione di uno schermo.