Qual è il bilancio finale di questo anno scolastico?
È stato un anno travagliato ma ne stiamo uscendo. C’è una gran voglia di tornare alla normalità: anche le norme di gestione dei positivi a scuola sono orientate in questa direzione e gli esami di maturità presentano una formula simile a quella standard. Tutto questo conferma che la direzione è quella di tornare il prima possibile alla situazione pre-pandemica.
Quali sono state le maggiori difficoltà?
Nella prima parte dell’anno, la gestione dell’obbligo di vaccinazione dei docenti è stato molto impegnativo e dopo Natale lo è stato il cambio di regole per la gestione dei contatti. Da marzo in poi abbiamo attenuato gli obblighi legati ai tracciamenti e quindi è diventato tutto più gestibile.
Ogni lunedì, in diretta radiofonica su Zai.time, rac- contiamo le iniziative di scuole che diventano punti di riferimento per ipropri territori. Si sta tornando alla normalità anche da questo punto di vista?
Assolutamente sì. Hanno tutti preso consapevolezza di quanto è importante la scuola, soprattutto del suo aspetto relazionale. Il tempo scuola deve essere il più ampio possibile, coinvolgendo anche attività pomeridiane come si fa con il Piano Estate. Ma il Piano Estate è ancora un’iniziativa straordinaria. Bisogna arrivare alla nozione di scuola come civic center, centro civico di aggregazione dei ragazzi del quartiere per tenerli legati al sistema culturale ed educativo: l’obiettivo è quello di gestire la crescita integrando le attività curriculari con quelle extracurricultari.
A che punto siamo per il raggiungimento di questo obiettivo?
All’inizio. Quello che conta è raggiungimento di l’acquisizione di una visione della scuola a 360 gradi di prima. Il sistema scolastico è molto a macchia di leopardo così come le esigenze sociali quindi anche la centralità della scuola cambia di zona in zona.