Gli studenti, le famiglie e il personale scolastico denunciano da anni i problemi strutturali nelle nostre scuole, ma lo Stato sembra continuare a ignorarli. Gli esempi sono tanti e arrivano da tutta Italia.
Le scuole italiane cadono a pezzi. Solo un edificio su 8 è antisismico
A Torre Annunziata, in provincia di Napoli, l’Istituto Leopardi è chiuso a causa di un malfunzionamento dei servizi igienici: le famiglie hanno protestato bloccando una strada visto il perdurare delle difficoltà, nonostante le rassicurazioni del dirigente dell'ufficio tecnico circa un'imminente riapertura.
Nell’istituto Pighin Otello di Lusia, in provincia di Rovigo, si è staccato un pezzo d’intonaco dal soffitto colpendo il braccio di un bambino. A Sarzana, provincia della Spezia, nella scuola della frazione di San Lazzaro è caduto un pezzo della scala antincendio. Fortunatamente non ha colpito nessuno, ma questo non deve sminuire la gravità dell'accaduto.
Questi episodi si possono e si devono prevenire per evitare futuri pericoli e assicurare agli studenti, alle loro famiglie e al personale scolastico, una quotidianità scolastica in condizioni migliori. In questa situazione difficile, i presidi delle scuole italiane stanno anche lavorando alla transizione energetica.
Pannelli solari sui tetti delle scuole
L'Associazione Nazionale Presidi ha infatti richiesto di investire in pannelli fotovoltaici da installare sui tetti delle scuole italiane. Ci sono già scuole dotate di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma in numero ancora insufficiente rispetto al totale dei 40mila edifici scolastici nel paese. La proposta è stata consegnata dal presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, al ministro Patrizio Bianchi.
Il progetto, una volta approvato dalla politica, dovrà attendere anche i lunghi tempi burocratici che, spesso, intaccano le possibilità di successo delle operazioni di ammodernamento degli istituti. Insomma, la volontà delle scuole di sfruttare le opportunità delle energie rinnovabili c’è, per ora - tuttavia - sembra mancare l’interesse da parte dello Stato di rinnovare e ristrutturare le nostre scuole.