Gli studenti dei licei italiani continuano a scendere in piazza e a occupare le loro scuole. Le motivazioni sono di doppia natura: da un lato una serie di problemi atavici, legati alla mancanza di docenti, alla scarsa offerta laboratoriale, all’assenza di materiali e all’insufficiente comunicazione tra dirigenza e ragazzi; dall’altra la decisione di scaglionare gli orari di entrata e di uscita, che di fatto hanno reso invivibile la nostra quotidianità extrascolastica, senza tra l’altro eliminare il problema dell’assembramento sui mezzi.
Problemi atavici
Mancanza di docenti: la tardiva assegnazione delle cattedre ci ha portato a restare indietro con alcuni programmi e il continuo ricambio di supplenti finisce per danneggiare il nostro studio. Pochi laboratori: per alcuni indirizzi è fondamentale non ridurre l’apprendimento alla sola lezione frontale ma mettere le mani in pasta per capire cosa vogliamo fare da grandi. La scuola, così com’è, non ci aiuta a farci un’idea chiara del nostro futuro. Chiediamo più pratica e buona volontà da parte dei professori. Mancanza di comunicazione: avvertiamo lo scarso dialogo con dirigenti e professori, che non tengono in considerazione richieste e problematiche di noi studenti, che dovremmo essere i veri protagonisti della scuola.
Orari scaglionati
In questi anni di pandemia abbiamo visto in maniera evidente quanto il nostro percorso scolastico sia stato svuotato da aspetti sociali e creativi. E anche il ritorno in presenza ha causato alcuni problemi. Gli orari scaglionati ci impediscono di avere del tempo libero: molti di noi si trovano a tornare a case alle 17 (e oltre) con tutti i compiti ancora da fare. E le uscite con gli amici? E lo sport? I nostri interessi? E il pranzo in famiglia? La nostra socialità non esiste fuori dai banchi di scuola. Andiamo in classe, usciamo tardi, studiamo e tutto da capo.
Il male minore
Nonostante tutto ciò, riconosciamo che la scuola italiana sta dando il massimo per tenerci in presenza. Non possiamo che apprezzarlo ma continuiamo a vivere la pandemia con forte disagio e conseguenze sociali. Possibili alternative? Alternare presenza e Dad, accorciare gli orari, introdurre il sabato: tutte soluzioni peggiori di quella in cui ci troviamo. Ma questo non ci impedisce di scendere in piazza per continuare a parlare del disagio che la nostra generazione sta vivendo con il Covid.