Non è una novità il fatto che la maturità, come tante altre cose, abbia subito importanti cambiamenti a causa della pandemia. In questo contesto, come sappiamo, le modifiche hanno riguardato l’abolizione degli scritti e, proprio in questi giorni il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha dichiarato come anche questa volta si procederà sulla linea proposta gli scorsi anni così da garantire più sicurezza possibile tra i banchi di scuola. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? L’abbiamo chiesto agli studenti del liceo Vittorio Gassman di Roma. I ragazzi si sono mostrati divisi ma una netta maggioranza pensa che sia giusto abolire l’esame scritto.
L’ansia è sicuramente uno di fattori principali: gli scritti la alimenterebbero inutilmente; c’è poi chi lamenta il non avere avuto tempo per esercitarsi a causa della DAD a cui sono stati costretti. C’è chi pensa che l’orale sia migliore e assolutamente sufficiente per dimostrare le competenze acquisite dallo studente; chi crede che l’orale sia più semplice perché permette di spaziare maggiormente rispetto a uno scritto; e chi semplicemente ne vorrebbe l’abolizione perché gli studenti degli altri anni hanno avuto questa possibilità che li ha agevolati e non trova giusto che questo non si ripeta anche per loro dato che la pandemia non è un fattore risolto.
Tuttavia, se anche in minoranza tra i nostri intervistati, c’è chi ha scelto di non prendere una vera e propria posizione o addirittura di schierarsi contro la possibilità di eliminarli. Ci hanno raccontato come da una parte si avrebbe un’ansia in meno in un esame considerato importantissimo e questo sarebbe un elemento di grande importanza, dall’altra siamo in un’era in cui leggere e scrivere è diventata un’operazione complessa a causa dei social e valutare uno studente anche su uno scritto sarebbe più che giusto; senza contare il fatto che toglierlo priverebbe i ragazzi che hanno più difficoltà a parlare durante un colloquio orale di una seconda possibilità per dimostrare di avere le competenze richieste.