La scuola è cambiata. Negli anni scorsi era normale andare a scuola in presenza senza ansie. Da quando è arrivata la pandemia, tutto si è modificato: gli alunni hanno dovuto usare i dispositivi di protezione e in alcuni periodi si è attuata la DAD. Queste cose hanno influenzato negativamente il modo di relazionarsi e di comunicare, anche se tutti hanno cercato di rispettare le regole e di aiutarsi a vicenda. Cosa ne pensano gli alunni, gli insegnanti e i genitori del cambiamento scolastico causato dal Covid-19? L'abbiamo chiesto a chi ha vissuto questo anno con noi.
Gli alunni
All’inizio, per la maggior parte degli alunni, non è stato facile usare tutti i dispositivi di protezione, perché erano abituati ad abbracciarsi. La mascherina faceva mancare l’aria e il fiato. Marysol di 10 anni dice: “La mascherina trattiene il calore e il caldo fa appannare gli occhiali”. Ora tutti gli alunni dichiarano che si sono abituati alla mascherina e quindi non è un peso. Agli alunni, del compagno di banco, manca: copiare, prestare le cose e aiutarsi. Federico di 10 anni dice: “Del mio compagno di banco mi manca abbracciarlo e colorare insieme”. Ad alcuni alunni piaceva la DAD perché si poteva chiudere la videocamera, stare sul divano in pigiama e alzarsi più tardi. Alcuni invece erano tristi perché mancavano loro i compagni e le maestre. Tutti gli intervistati dicono che in DAD è difficile comprendere le lezioni. Roberto di 10 anni dice: “A me la DAD è piaciuta”. Agli alunni di ciò che si poteva fare prima manca di più abbracciarsi. Roberta di 10 anni dice: “Mi manca fare le gite scolastiche”. Alessandro di 10 anni dice: “Mi manca giocare alla ricreazione sul pavimento tutti insieme”.
I maestri
I maestri sostengono che, durante la DAD, si sono dovuti adeguare ad un nuovo modo di insegnare e proporre le attività, cercando di far sentire la loro vicinanza agli alunni anche in altri modi. Pure in presenza il modo di spiegare è cambiato molto. “I bambini della classe prima - dice la maestra Rosalia – non riescono a leggere il labiale… non notano l’espressione del viso”. Gli insegnanti concordano nel dire che la mascherina crea problemi non solo nella comunicazione, ma anche affaticamento e problemi di respirazione. Il maestro Vincenzo afferma: “Sono diverse le difficoltà: la mancanza di ossigeno che non aiuta nel dialogo, la stanchezza che inevitabilmente aumenta perché è più difficile capirsi”, mentre la maestra Antonella si è resa conto che l’uso delle mascherine le impedisce di vedere la trasformazione fisica dei volti degli alunni. Tutti i maestri pensano che la didattica in presenza e il contatto siano fondamentali, anche se “le nuove tecnologie – come dice il maestro Piero - ci danno la possibilità di rimanere in contatto nonostante la pandemia”. A tal proposito il maestro Gianluca dice: “La socialità è il pilastro che ci dà stima e fiducia reciproca” e ciò agevola il processo d’insegnamento/apprendimento.
I genitori
Per i genitori, all’inizio, è stato pesante gestire la nuova situazione e doversi organizzare in modo diverso sia a scuola che in famiglia. Tanti temevano il rischio che i bambini venissero contagiati. Daniela dice: “L’aspetto che mi pesa di più è vedere i bambini davanti alla scuola senza tenersi per mano o salutarsi con un bacio con le maestre”. Tutti i genitori sono d’accordo sull’uso in classe delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione. Le mascherine, però, si dovrebbero cambiare più spesso durante le ore di lezione. È stato difficile gestire i figli durante la DAD. Tiziana dice: “Ho avuto molti problemi con la DAD, perché non avevo una rete internet adeguata”. Angela: “Noi mamme siamo state private della nostra libertà, non potendo lasciare i figli da soli a casa”. Valeria, al contrario, dice: “Per me è stato semplice, mio figlio ha collaborato ottimamente nelle videolezioni”. Poche mamme preferiscono la DAD nonostante la paura del contagio. Molte, sebbene sia più rischioso, preferiscono la scuola in presenza perché è meno stancante, per i bambini è meglio studiare con i compagni che davanti a uno schermo, la frequenza aiuta a diventare responsabili e a rispettare le regole. Daiana dice: “Preferisco la scuola in presenza, perché i bambini apprendono di più”. “Mi sembrava strano vedere mia figlia davanti a un cellulare e non avere contatti con i suoi insegnanti e i suoi compagni” – dice Maria Teresa concentrandosi sulla solitudine di tanti alunni.
Il punto della situazione
In conclusione si può affermare che sono emersi diversi argomenti interessanti. I problemi maggiormente evidenziati sono stati quelli organizzativi e di relazione: molte mamme non potevano uscire di casa a causa della DAD, che è stata difficoltosa soprattutto per problemi di connessione. Quando la DAD è finita, la scuola ha dovuto adottare delle precauzioni per evitare i contagi, come l’uso delle mascherine e quello del banco singolo, che separa gli alunni abituati a stare seduti in coppia; alunni e insegnanti soffrono il fatto di dover mantenere il distanziamento e, anche se tutti si sforzano, fare didattica è più difficile di prima. Si spera che il COVID -19 finisca presto per ritornare alla normalità, senza scordare i momenti che sono stati vissuti e il bagaglio di nuove conoscenze e strumenti che è stato utile in questo periodo di pandemia.
Autori
Elena Bartolone
Giuliano Blando
Alessandro Campagna
Marysol Campagna
Andrea D'Amato
Giulia Di Lorenzo
Roberta Di Lorenzo
Francesco Di Salvo
Rachele Fricano
Greta Grado
Giovanna Pia Maggiore
Nicolò Moncada
Federica Morreale
Riccardo Passantino
Mario Pontorno
Marlene Scalisi
Adriano Sciortino
RobertoSciortino
Aurora Terrana
Carmelo Tumminello
Federico Zambito
INSEGNANTI della classe:
Macaluso Angela (Antonella)
Polito Pietro (Piero)
Amato Gianluca
Pedone Vincenzo
La Monica Francesca Maria
Varchi Anna
DIRIGENTE SCOLASTICO:
Prof.ssa Maria Grazia Pipitone
GENITORE che ha fatto da tramite: Cutrò Daniela