Lo avevamo detto che non era ancora tempo di rispolverare gli ormai vecchi zaini per il rientro in classe e abbiamo avuto ragione. L'11 gennaio giornata prevista dal Governo per il rientro in classe degli studenti delle superiori non ha dato i frutti sperati, trasformandosi in una vera e propria protesta. Vediamo cosa è accaduto.
I licei in protesta
"Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città" questo il grido degli studenti di oltre 100 scuole di Roma, e non solo, ieri in piazza per chiedere un rientro a scuola in sicurezza. L'11 gennaio il giorno che il Governo aveva previsto per la ripresa delle lezioni in presenza al 50% per tutti gli studenti delle superiori, si è trasformato in una giornata di protesta "vogliamo tornare in presenza perchè la Dad non è scuola" continuano i ragazzi che chiedono scuole sicure.
Il problema dei mezzi pubblici
In piazza del Campidoglio si è tenuto un sit-in contro l’inefficienza dei mezzi pubblici, criticità principale che non permette agli studenti un rientro in sicurezza nelle proprie scuole e che dunque hanno chiesto un ampliamento. Problema, quello legato ai mezzi pubblici su cui ha puntato il dito anche il direttore sanitario dell'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia. "Sono stanco della criminalizzazione dei ragazzi – aveva dichiarato Vaia in un'intervista rilasciata a la Repubblica – È giusto ripetere di fare attenzione, ma è più giusto lavorare perché sui mezzi pubblici frequentati dai ragazzi non ci sia la calca. È questione di coerenza. D'altra parte abbiamo visto che laddove ci sono stati casi di positività tra i ragazzi, questo è avvenuto soprattutto tra gli studenti delle superiori che per andare a scuola prendono i mezzi pubblici".
Le dichiariazioni di Azzolina e Zingaretti
A ribadire la necessità di un rientro a scuola il prima possibile anche la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina "Sulla Dad abbiamo fatto grandi investimenti, la considero una misura preziosa ma deve essere temporanea, mentre i ragazzi più piccoli sono tornati in classe anche nel pieno della seconda ondata, negli studenti delle superiori sta emergendo un forte disagio, non possiamo ignorarlo" ha dichiarato. "È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale, se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui. Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la didattica a distanza non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica" continua la ministra. Immediata la reazione del Governatore del Lazio Luca Zingaretti, pur favorevole alla riapertura: "I membri del governo che intervengono senza offrire soluzioni non si rendono conto che danneggiano il governo di cui fanno parte" ha detto.
La situazione attuale
Tra manifestazioni e polemiche oggi sono tornati in classe al 50% solo gli studenti delle superiori di tre regioni: Valle D'Aosta, Toscana e Abruzzo. il Trentino Alto Adige aveva anticipato tutti riaprendo il 7 Gennaio, tutte le altre regioni hanno preferito posticipare il rientro, chi di una o due settimane, alcuni a Febbraio, ma le date saranno confermate in base all'andamento dei contagi e alle disposizioni del prossimo Dpcm.