Tra le speranze per il nuovo anno sicuramente c’è quella della tanto attesa riapertura delle scuole. I ragazzi rispolverano, gli ormai vecchi zaini, per il ritorno in classe previsto il 7 gennaio. Ma forse è bene non dare nulla per scontato. Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Il Dpcm del 3 dicembre
“Dal 7 gennaio ricomincerà la didattica in presenza nelle scuole superiori di secondo grado e in ogni scuola, in questa prima fase, sarà garantito il rientro per almeno il 75% degli studenti”. Queste sono state le parole del presidente del consiglio Giuseppe Conte dopo l'approvazione del Dpcm del 3 dicembre, per provare a contenere la diffusione del coronavirus. Scuola dell’infanzia, elementari e medie saranno in presenza al 100%. Rimane ovviamente obbligatorio l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina.
Ce la faremo a ripartire?
Ma già sembrano infrangersi le illusioni sul fatto che il Dpcm riesca a restare in vigore per quanto riguarda la scuola. «Resta il nostro obiettivo ma si dovrà fare una valutazione della situazione dei contagi a fine anno», ha spiegato la ministra Lucia Azzolina. Il timore che il 7 gennaio non sia la data vera di riapertura delle scuole superiori, dopo due mesi di didattica a distanza, sembra essere condiviso anche dal preside del Volta di Milano, Domenico Squillace «Un rischio purtroppo concreto, a metà gennaio, si pagheranno gli effetti degli incontri natalizi e, se i contatti risalgono, le prime a chiudere saranno le scuole: un rischio che si eviterebbe tornando in presenza a febbraio».
Della preoccupazione non ne fa mistero Massimo Galli, primario di infettivologia all’Ospedale Sacco di Milano. “Il periodo delle feste – avverte l’infettivologo – vedrà anche un calo dell’esecuzione dei tamponi e i dati, dunque, saranno imperfetti. I segnali potrebbero arrivare attorno al 7 gennaio, quando dovremo riprendere alcune attività, a partire dalle scuole in presenza“.
Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha dichiarato: "La riapertura delle scuole è un traguardo che tutti auspicano avvenga il prima possibile, magari dopo le feste, ma è ancora presto per dire quando riaprire le scuole superiori. Dobbiamo tenere bassa la circolazione virale".
E ancora il presidente della Regione Veneto Luca Zaia: “È azzardato e sbagliato riaprire le scuole. Io non ce l'ho con la scuola, ma la scuola va messa in presenza quando abbiamo una situazione epidemiologica sicura".
“La riapertura non è in discussione ma lo è, piuttosto, il fatto se il 75% di didattica in presenza sia sostenibile o meno - afferma il presidente del Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - Per organizzare al meglio il rientro forse sarebbe meglio prendersi una settimana in più".
Per il momento dunque, cari ragazzi, forse è meglio lasciare gli zaini dove sono.