Iniziamo presentando l’associazione di cui fai parte: cos’è Joint?
Joint è un’associazione di promozione sociale che lavora con i giovani e che si occupa di diversi progetti sia in Europa che fuori. Sono principalmente progetti che riguardano gli scambi culturali tra ragazzi, a partire dal programma Erasmus fino a progetti più complessi come quello di cui faccio parte io: il corpo di solidarietà europeo.
Ora sono tre mesi che ti trovi in Francia per un progetto con Joint. In cosa consiste la tua esperienza?
Esatto, mi trovo qui in Francia e lavoro in una scuola superiore con l’obiettivo di promuovere la cultura europea e di diffondere tra i ragazzi la conoscenza di culture diverse dalle loro. Svolgiamo diverse attività di apprendimento non formale per promuovere sia la cultura ma anche i progetti offerti ai ragazzi dall’Unione Europea. Inoltre, ogni volontario - oltre a diffondere la cultura europea - promuove la sua stessa cultura, quindi sono qui anche per far conoscere il patrimonio italiano.
Perché è importante diffondere questo sentimento europeo? È già sviluppato tra i ragazzi?
Secondo me al liceo manca la formazione di base su questi temi. Io lavoro in una scuola di una zona rurale della Francia e mi trovo davanti a un livello di consapevolezza abbastanza basso da parte dei ragazzi. L’obiettivo del progetto però è proprio quello di coinvolgerli e noto molto interesse da parte loro.
Ci troviamo in un momento particolare anche e soprattutto per il mondo scolastico. In Italia sia a marzo che ora sono state chiuse le scuole, almeno le superiori, cosa che non è accaduta negli altri paesi europei. Tu in Francia lavori proprio nelle scuole. Come pensi che stia resistendo il mondo scolastico?
Ritengo che sia la tutela della salute che quella dell’istruzione siano importanti. Qua la situazione procede seguendo tutte le misure di sicurezza, ma non biasimo neanche la scelta del nostro Governo che ha deciso di salvaguardare la salute.
Joint e i suoi volontari, come te, sono convinti che viaggiare sia un’esigenza di crescita e di progresso sia a livello individuale che comunitario. In questo periodo di immobilismo, per i giovani, è diventato sempre più difficile prendere un aereo. Qual è la perdita, sotto questo punto di vista, che ci sta portando la pandemia? E come hai fatto tu a viaggiare nonostante tutto?
La perdita di esperienze e di scoperte a cui siamo sottoposti noi giovani in questo periodo è incalcolabile. Viaggiare e conoscere diverse culture ha un’importanza fondamentale nel percorso di crescita. Quando sono partita per venire qua era agosto e la situazione era ancora sotto controllo, ma credo sarei partita ugualmente anche se mi fossi ritrovata in un periodo più complesso. È un’esperienza che sentivo proprio la necessità di fare.