In Francia siamo di nuovo in lockdown dal 30 ottobre ma questa quarantena è un po’ diversa rispetto alla prima. Questa volta, infatti, le scuole sono rimaste aperte, come i supermercati, le farmacie e le panetterie; tutto il resto, invece, è chiuso. Noi studenti andiamo normalmente a scuola tutti i giorni anche se abbiamo una serie di nuove regole da dover rispettare: tutti gli studenti, ad esempio, vanno a scuola con una mascherina per la mattina e un’altra per il pomeriggio e ogni mattina vengono separati in due gruppi per entrare, sulla base dei 4 anni della scuola media francese. Gli ingressi sono differenziati per evitare ogni assembramento anche se non sempre ciò è veramente rispettato. Per le lezioni di educazione fisica ci togliamo le mascherine per correre e per gli esercizi con forte sforzo fisico, ma non possiamo cambiarci negli spogliatoi; come conseguenza, purtroppo, alcuni studenti si cambiano nei bagni comuni. In classe è obbligatorio lavarsi le mani con il gel idroalcolico all’inizio di ogni ora di lezione, ma la vera novità, per noi studenti di scuola media, è che da qualche settimana non cambiamo aula ogni ora e restiamo quasi sempre nella stessa dalla mattina alla sera, tranne che per le lezioni di scienze, italiano, musica ed educazione artistica. Prima, invece, cambiavamo classe ogni ora perché a scuola abbiamo delle aule tematiche per ogni materia.
Come detto prima, ci sono situazioni dove le misure di sicurezza sono minime o difficili da adottare, come per esempio in mensa. Noi mangiamo il nostro pranzo divisi per classi, ma tutti assieme nello stesso ambiente, senza poter mantenere le distanze e ovviamente senza indossare le mascherine.
Tuttavia, la scuola ci permette di rimanere attivi e di vedere i nostri amici, i nostri compagni di classe, i nostri professori. Tutto il resto per il momento è proibito. “Ogni corso di sport, disegno o musica esterno alla scuola è sospeso” dice infatti Thomas, e come tutti in questo momento, anche noi abbiamo paura e inquietudine per la nostra salute e quella delle nostre famiglie; o di “rischiare di perdere qualcuno di importante per noi” per citare Yanis e Milo. Ma noi non molliamo, ci adattiamo a questa nuova ondata consapevoli e prudenti e, come dice Mael: “Non dobbiamo permettere a questa pandemia di farci perdere la speranza in noi stessi e in chi ci è vicino!”.