C’è chi attende la pensione per riposare dopo una vita di duro lavoro e chi decide di sfruttarla per realizzare i sogni nel cassetto. Giuseppe ha iniziato ad aiutare il padre in birrificio all’età di 7 anni, fattorino a 14, poi impiegato presso le Ferrovie, geometra a 31. A 96, di anni, laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Palermo con 110 e lode. La storia di Giuseppe Paternò è la storia di chi non si arrende, di chi ama con passione la cultura, di chi ha capito il valore più intimo e vero dello studio. Elisir di eterna giovinezza, la sua corona d’alloro è fonte di ispirazione per tutti i ragazzi e le ragazze che sbuffano davanti ai compiti da svolgere, perché – come ci racconta lui stesso – “bisogna tener giovane la mente, non solo il fisico”.
Come le è venuta la voglia di rimettersi a studiare alla sua età e perché ha scelto proprio storia e filosofia?
La voglia di studiare non l’ho mai dovuta cercare, l’ho sempre avuta dentro ed è qualcosa a cui non ho mai voluto rinunciare. A mio giudizio lo studio non finisce mai, continua sempre. Ho scelto di studiare storia e filosofia perché stimolato dai discorsi di alcuni colleghi su Sant’Agostino, santo a cui era intitolata la Chiesa che frequentavo; io non sapevo di cosa parlassero e così mi sono incuriosito e ho deciso di approfondire la storia di questo filosofo. Credo che il pensiero di Sant’Agostino sia la massima incarnazione della cristianità.
Qual è il ricordo più caro che ha della sua esperienza universitaria?
Durante il corso ho stretto un bel rapporto con la Professoressa Cancila di Storia Moderna, la quale mi ha accompagnato nella preparazione alla tesi e anche con la Professoressa di Antropologia Culturale; entrambe restano profondamente nel mio cuore. Ho anche stretto amicizia con due ragazze! Con una, in particolare, ho un ottimo rapporto anche al di là dello studio… abbiamo persino preparato un esame insieme!
Secondo lei lo studio mantiene giovane la mente? Consiglia a persone adulte di riprendere o intraprendere per la prima volta gli studi?
Sì, senza alcun dubbio. Mi raffronto spesso con persone a me vicine, anche di dieci anni più giovani che non hanno mai studiato o comunque che anche dopo la pensione non si sono interessate agli studi e sono invecchiate molto rapidamente. Penso sia importante tenere la mente in esercizio e non abbandonarsi soltanto a semplici attività come guardare la tv. Consiglio non solo a persone della mia età ma anche a quelle di dieci o vent’anni più giovani di me di svolgere attività culturali, bisogna mantenere giovane la mente come si mantiene giovane il fisico.
Quanto e perché è importante lo studio, al di là dei fini lavorativi, per il proprio bagaglio di vita?
Lo studio è importante per comprendere gli aspetti della realtà con la quale veniamo a contatto. La mia Professoressa di sociologia all’Università ha scritto in un suo libro che l’estensione della comunicazione digitale a lungo termine avrebbe comportato delle conseguenze negative per l’uomo, tra cui anche lo scoppio di epidemie a livello globale, proprio come quella che stiamo vivendo in questo momento storico. Potete immaginare quanto io sia rimasto sorpreso quando ho riscontrato che si stava verificando ciò che la Professoressa aveva scritto due anni prima nel suo libro. Questo evento mi ha ulteriormente dimostrato come chi studia riesca a comprendere le cose prima degli altri.
Lei ha deciso di realizzare il suo sogno non badando all’età. Attraverso questa sua esperienza, che messaggio vorrebbe mandare ai più giovani?
Voglio dire ai giovani di non abbandonare gli studi anche se si incontrano difficoltà. Le difficoltà ci sono sempre, in tutti i campi della vita. Ma bisogna insistere, metterci tutto se stessi e andare avanti. Quando ci si trova in difficoltà non si deve mollare! Anzi, quello è proprio il momento in cui si devono aumentare gli sforzi. Guai a chi lascia e abbandona perché recuperare è molto difficile.
Secondo lei qual è il valore fondamentale dello studio?
Il valore fondamentale dello studio è il sapere, la conoscenza. Prima di ogni altra cosa serve per capire dove siamo e per comprendere gli avvenimenti che accadono. Tuttavia, la conoscenza non deve diventare un’arma contro gli altri, bensì un modo per aiutare il prossimo a comprendere la realtà. Viviamo in un momento storico in cui la cultura cristiana è messa in discussione dalla dimensione del digitale. Guai a farsi dominare dal digitale! Noi siamo radicati nella cultura greco-romana ed è nostro dovere lottare perché non venga sopraffatta da altre culture che non ci appartengono.
E ora qual è il suo prossimo obiettivo?
Sto scrivendo un libro ex novo, totalmente diverso da tutto ciò che ho scritto finora. Il punto di partenza del libro è la storia di uno straordinario Papa del Medioevo che secondo la tradizione nacque a Palermo. Sulla base di questo esordio aggiungerò poi racconti che attingono alla mia vita personale. Ora il libro è in itinere e mi auguro che abbia successo.