Come ogni anno, con l’arrivo di settembre, gli adolescenti si lasciano alle spalle le risate, le amicizie e le giornate in spiaggia che contraddistinguono l’estate e, con un mix di malinconia ed entusiasmo, si preparano per il rientro a scuola. Le domande, ogni anno, non mancano: ci saranno nuovi compagni di classe? Nuovi professori? Sarà un anno impegnativo? E questa volta, come vi abbiamo raccontato in apertura, i timori si sono moltiplicati. E all’estero com’è la situazione?
Se l’Italia purtroppo registra un record in negativo prima ancora di iniziare (essendo il Paese che ha mantenuto i presìdi scolastici chiusi agli studenti più a lungo in Europa, dal 04/03/2020 al 14/09/2020), bisogna però constatare che le linee guida che i vari stati hanno delineato per la ripresa delle attività scolastiche sono molto simili a quelli adottati da Conte e Azzolina. La Francia dà la priorità alla formazione degli insegnanti e impone un metro quadro per studente, abbandonando la proposta iniziale di quattro metri quadri, e sconsiglia l’utilizzo delle mascherine fino alle scuole elementari. In Germania, il minimo di distanza tra uno studente e l’altro è di 1,5 metri e la mascherina è consigliata, ma solo in caso di necessità. Per quanto riguarda la Spagna, l’uscita degli studenti dagli edifici scolastici sarà scaglionata in momenti diversi; ogni classe deve essere composta da un massimo di 15 alunni i quali dovranno indossare la mascherina se hanno età pari o maggiore a 6 anni.
Per quanto riguarda gli Stati più a Nord, il Belgio permette che le classi siano composte da massimo 20 alunni, i quali dovranno essere dotati di mascherina dai 12 anni in su al contrario del Regno Unito, nel quale le mascherine non sono obbligatorie fatta eccezione per le aree sottoposte a lockdown. Infine, la Norvegia non raccomanda fino alle scuole medie l’utilizzo della mascherina e permette al massimo 18 alunni per classe.
L’auspicio di tutti, studenti in primis, è che le scelte prese in Europa con poche variazioni tra i vari Paesi, permettano al meglio la ripresa della formazione (e della socializzazione) scolastica, elemento trascurato nella prima, lunga fase dell’emergenza sanitaria, ma che deve tornare ad essere fondamentale per ogni Paese. È tra i banchi - singoli o doppi che siano - che gli stati sono chiamati a creare cittadini consapevoli, prudenti e rispettosi.