Con l’inizio della scuola, la ripartenza non sarà più una vuota fantasticheria o un lontano miraggio: chi già il 7 settembre, chi il 14 o il 22, le date cambiano da regione a regione, ma non lo spirito di fiducia e l’energia che accomuna i ragazzi. La normalità brutalmente interrotta dall’emergenza Coronavirus non potrà essere pienamente ristabilita, ma ciò non impedisce di provare a ricostruirla mattone dopo mattone: la didattica in presenza è uno di questi!
Grandi punti interrogativi hanno a lungo aleggiato sulla riapertura, tanto da costringere diversi dirigenti a rimandare l’inizio per la mancanza di attrezzature adeguate e necessarie per la sicurezza di personale e studenti. La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, insieme al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha presentato le Linee Guida per la ripresa; ogni scuola è un caso a parte e pertano potrebbero esserci delle variazioni da istituto a istituto, ma per evitare che vi perdiate nel grande oceano delle nuove direttive e delle mille fake news al riguardo, abbiamo pensato di facilitarvi un po’ il compito.
• Misurare la temperatura prima di andare a scuola: questa semplice e, a lungo andare, forse anche noiosa procedura sarà fondamentale per proteggere noi stessi e chi ci circonda; qualora il termometro riportasse un valore superiore a 37.5˚ o si accusassero sintomi come tosse, dolori muscolari, difficoltà respiratorie o altro si dovrà rimanere a casa e così pure in caso di contatto, nei 14 giorni precedenti, con malati di Covid-19 o persone in isolamento precauzionale.
• Distanziamento e strumenti di protezione: tante voci, spesso ambigue e contradditorie, sono circolate a proposito di questo punto altrettanto importante; lo stesso Cts (Comitato tecnico scientifico) ha tergiversato a lungo prima di rendere noto che, per la scuola secondaria (I e II grado), la mascherina può essere tolta se si è fermi e si è in grado di rispettare la distanza di almeno un metro, sarà invece obbligatoria nei momenti di ingresso, uscita e per gli spostamenti all’interno della scuola. La mascherina, si sa, è una buona alleata, ma da sola non basta: ogni studente dovrà avere cura nel lavare spesso le mani nonchè nell’utilizzare i dispenser di gel igienizzante presenti nelle aule e negli spazi comuni. Il Cts consiglia inoltre il regolare cambio dell’aria tra un’ora e l’altra.
• Banchi monoposto: molti dei ragazzi che hanno sognato di studiare sui modernissimi banchi con le rotelle, pensati per guadagnare spazio e ottenere le giuste distanze nelle piccole aule, non saranno accontentati. L’ilarità suscitata dalla proposta, i tanti svantaggi (la possibilità di creare disordine e un tavolino insufficiente per libri e quaderni), ma soprattutto l’ingente costo e la necessità di occuparsi di problemi più urgenti hanno fatto ripiegare la maggioranza dei dirigenti scolastici su dei comuni, ma non per questo meno utili, banchi monoposto.
• Manifestazione di sintomi riconducibili al Covid-19: se a scuola uno studente dovesse accusare sintomi comuni a quelli per Coronavirus occorrerà allertare il referente scolastico specializzato, misurare la temperatura con strumenti che non prevedono il contatto (es. termoscanner) e informare tempestivamente i genitori. Nel frattempo il ragazzo attenderà di poter rientrare a casa in una stanza utilizzata solo ed esclusivamente a tale scopo. Liberato l’ambiente, la scuola avrà premura di sanificare l’area di isolamento mentre i genitori contatteranno il medico di medicina generale che, dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario eseguire il tampone. In caso di positività, prima di rientrare in classe, sarà necessario aspettare la piena guarigione clinica (confermata dalla negatività di almeno 2 tamponi); in caso di negatività bisognerà comunque attendere l’esito negativo di 2 tamponi eseguiti a distanza di 2-3 giorni l’uno dall’altro.
• Eventuale positività di uno studente: se un alunno risultasse positivo, il Dipartimento di Prevenzione avvierà la ricerca dei contatti, le azioni di sanificazione straordinaria degli ambienti scolastici interessati e deciderà come meglio organizzare le operazioni di screening per personale scolastico e ragazzi. Intanto, tutti coloro che nelle 48 ore precedenti la comparsa dei sintomi sono stati in contatto con lo studente saranno posti in quarantena per 14 giorni.
• Ingressi scaglionati e didattica mista: per evitare i comuni assembramenti davanti all’entrata, si è pensato di distribuire gli ingressi e le uscite in più momenti, la parola d’ordine di quest’anno sarà dunque “puntualità”! A cambiare potrebbero essere, per alcuni, anche gli orari degli intervalli svolti nelle proprie aule (in casi eccezionali anche all’esterno) mantenendo rigorosamente le distanze.
Si è detto che ogni istituto è un caso a sè. In particolare, in quelli poco capienti, alcune classi saranno protagoniste della didattica mista che alternerà le lezioni in presenza con quelle online.
• Certificato medico: persino la celebre attestazione del medico che ci permetteva di rientrare in salute e sicurezza in classe è riuscita a scatenare il caos nel governo. La prevenzione, specie di questi tempi, non è mai troppa e così i presidi hanno iniziato a richiedere l’obbligatorietà del certificato anche dopo pochi giorni di assenza, un’incombenza senza dubbio non da poco per medici e pediatri. Il Cts e l’Istituto superiore di sanità hanno suggerito di mantenere la stessa linea degli anni precedenti e questa volta non ci si potrà appellare al detto latino “dura lex, sed lex”: nessuna normativa vige al riguardo e i dirigenti potranno procedere come meglio credono.
Con le nuove Linee Guida, scuola e didattica non saranno più come un tempo, ma non bisogna disperare! Confidiamo, anzi, nel rispetto generale di queste regole che renderanno non solo strano, ma anche più sicuro e tranquillo il nuovo anno. E se per i più scettici ciò non dovesse bastare ricordiamo che, per chi dovesse trasgredirli, i provvedimenti non saranno tanto leggeri.