Da giorni non si fa che parlare della frase detta dalla vicepreside del liceo Socrate di Roma, in cui consigliava alle ragazze di non indossare minigonne a scuola così da evitare che ai professori potesse “cadere l’occhio”. Le ragazze hanno da subito attivato una protesta con cartelloni affissi alle pareti dell’istituto in cui si cita la frase della vicepreside e si sono presentate in aula con indosso la minigonna. Un evento simile si è sviluppato in Francia negli stessi giorni, dove delle ragazze hanno avviato una campagna social per ribellarsi al divieto di indossare top, minigonne o maglie scollate a scuola.
COSA NE PENSANO I RAGAZZI
Siamo andati in giro tra alcuni licei della Capitale e abbiamo chiesto ai ragazzi cosa ne pensassero a riguardo. Ragazzi e ragazze hanno espresso il loro dissenso su quanto detto dalla vicepreside, come Luca 15 anni che dice: "Il fatto che a dirlo sia stata una donna mi ha lasciato ancora più stupito, va bene vietare l'uso di gonne troppo corte ma non dire che i professori guardano le gambe delle ragazze". Hanno comunque unanimamente ribadito che è giusto seguire un dress code che vieti l’utilizzo di minigonne o pantaloncini perché ci si trova in un luogo istituzionale e non ricreativo. Mia 15 anni ci dice: "Io penso che si vada a scuola non per fare la sfilata. C'è un certo modo di vestirsi" o Anna di 16 anni che invece afferma: "Io penso che almeno i pantaloncini, non quelli troppo corti, vadano bene. Anche perchè con quelli ti muovi meglio che con la gonna".
E SE LE COSE NON FOSSERO DAVVERO ANDATE COSÌ?
Sono stati infatti riscontrati vari commenti sui social network di alunne che frequentano il liceo Socrate di Roma, in cui commentano che i fatti in realtà non sarebbero proprio andati così. Le ragazze raccontano, infatti, che la professoressa ha semplicemente consigliato alle ragazze di evitare di indossare le minigonne perché sarebbe stato difficile mantenere una posizione comoda e composta per 5 ore. Secondo quindi queste ragazze, le parole della vicepreside sono soltanto state fraintese, anche perché è una donna che lavora da decenni contro ogni tipo di discriminazione e decoro nell’ambiente scolastico.