Sono stata mesi a riflettere su quale esperienza potessi provare approfittando del tirocinio universitario. Dopo un primo momento in cui ho pensato di affiancare un insegnante, magari del liceo, mi è venuta un’idea: contattare Zai.net, per cui avevo scritto 2/3 articoli intorno ai 16 anni. Ho ripreso il sogno che avevo piegato e messo in un cassetto da diciottenne, già scoraggiata dalle mille e più persone che mi continuavano a ripetere: “Il giornalismo è un mondo chiuso, non riuscirai mai a entrarci”. L’ho ripreso perché mi sono resa conto di non averlo mai abbandonato fino in fondo, mi sono resa conto di quanto mi mancasse scrivere, anche solo per me stessa. Non possiamo lasciare qualcosa di intentato. La redazione ha subito accolto la mia richiesta, prodigandosi per sistemare la documentazione e seguire le infinite procedure burocratiche. Un enorme grazie già solo per questo.
Il primo giorno di giugno inizia la mia avventura. Particolare, causa Coronavirus, è stata l’esperienza di smart-working. Non mi sarebbe dispiaciuto entrare fisicamente in una redazione, passarci del tempo e conoscere di persona chi mi ha aiutato in questo percorso durato poco più di un mese, ma che già sembra routine. All’inizio è stato più difficile di quanto pensassi: non conoscevo le procedure, cosa servisse e differenziasse i diversi articoli, il linguaggio da usare, come scegliere titolo, sommario, tag e molto altro. Ho fatto conoscenza e preso confidenza con le regole SEO. Le nozioni teoriche che mi sono state insegnate sono state sempre affiancate da esercitazioni pratiche, necessarie per fissare bene i concetti. Dopo poco, ho scritto il primo articolo: “Università a distanza”, è stato emozionante. Ho imparato a condividere con gli altri i miei pensieri, senza bisogno che la scrittura sia una questione privata tra me e il foglio. Per la prima volta sono riuscita a esporre le mie idee senza il timore di non essere abbastanza, di incontrare critiche.
Sono stata anche abbastanza fortunata da avere la possibilità di provare un’esperienza totalmente nuova: la radio. Qui mi hanno lasciato ideare una rubrica, “Le rose di Gerico”, un mio spazio in cui parlare di storie che mi stanno particolarmente a cuore, qualcosa a cui non avrei mai pensato se non ci fosse stata la squadra di Zai.net. Nel crescendo di sensazioni, abbiamo attraversato insieme il periodo degli esami di maturità, la fase d’incertezza sulle diverse riaperture dopo quest’emergenza sanitaria, le abitudini di vita che sono cambiate. Poi, forse, quello che è stato l’apice di questo percorso: “Compila una lista di persone che ti piacerebbe intervistare”. Mi è stato insegnato come cercare i contatti e come contattare le persone, ci ho provato, ma senza grandi aspettative. Invece bisogna sempre crederci. In pochi giorni ho parlato con due persone che stimo moltissimo sia da un punto di vista professionale che umano: Edoardo Ferrario e Barbascura X. Non pensavo fosse possibile. Le interviste sono andate bene, l’emozione che a tratti mi invadeva è stata tenuta sotto controllo, loro sono stati molto gentili e cordiali. È un ricordo che porterò sempre con me, così come ognuno degli undici articoli scritti e pubblicati in questo periodo.
Questo tirocinio mi ha dato la possibilità di imparare moltissimo, di scoprire i miei limiti, ciò che devo migliorare (ad esempio il mio rapporto con le tempistiche e con la scelta dei titoli, ringrazio ancora Chiara Di Paola per l’infinita pazienza), ma soprattutto scoprire quanto mi piaccia questo mondo, dove potrà anche essere tutto complicato e difficile, ma le soddisfazioni sono tante, molte di più rispetto alle avversità. Per cinque settimane ho toccato il sogno con mani, tastiera e PC. Un sogno che voi mi avete restituito. Non avete idea di cosa significhi per me. Grazie Zai.net, sperando che questo non sia un addio.