Gli studenti sono pronti per tornare sui banchi di scuola a settembre, salutando (per ora) la didattica a distanza. Adesso iniziano ad esserci anche le prime linee-guida sul come dovrà avvenire la riapertura post Coronavirus, in una bozza concordata dal Ministero dell'Istruzione e dalle Regioni, in attesa del nuovo protocollo del Comitato tecnico-scientifico. Dopo questo passaggio, il testo sarà inviato ai presidi, a cui spetterà l'organizzazione effettiva della ripresa delle attività.
Le nuove disposizioni
Le classi verranno divise e riorganizzate, ci saranno lezioni per gruppi di studenti provenienti da classi diverse, si cercherà di unire e condensare la spiegazione di materie simili. Importante la possibilità di sfruttare spazi esterni come biblioteche, parchi, teatri, cinema e musei e di ridurre la durata delle lezioni tra i 45 e i 50 minuti. Per gli alunni delle scuole superiori la scuola continuerà in modalità mista: in parte online, in parte in presenza. Inoltre, gli orari di ingresso saranno scaglionati con file distanziate e ordinate e con l'estensione della didattica anche alle ore pomeridiane. Il sistema scolastico dovrà continuare a garantire il servizio mensa, da poter sostituire predisponendo lunch box da consumare in classe se la divisione in turni non basterà.
Distanziamento e mascherine
Le norme da rispettare saranno quelle stabilite dal Cts, per ora si tratta dell'uso delle mascherine e del distanziamento sociale di almeno un metro. Le Regioni chiedono che si possa posizionare ogni banco in due metri quadrati e che i ragazzi possano quindi evitare l'uso delle mascherine durante le lezioni, come avvenuto per i colloqui orali della Maturità 2020. Il ministero temporeggia, nella speranza che a settembre si possa assistere ad ulteriori allentamenti delle regole. Al vaglio anche la possibilità di effettuare test seriologici per i professori, già discussa con il premier Conte, ma ancora in stand-by soprattutto a causa dei costi.
Patti educativi di comunità
Fondamentale per il Ministero sarà l'apporto di ogni comunità: non solo la concessione di spazi da parte degli enti locali, ma anche aggiunta di personale per attività integrative o alternative alla didattica, grazie ad associazioni di volontariato che spesso già operano nelle scuole insieme o in presenza degli insegnanti. Quest'ultimo punto potrebbe cambiare, con i volontari pronti a sostituire i docenti per attività di sorveglianza e vigilanza degli alunni. I sindacati e i partiti di maggioranza chiedono inoltre l'aumento del personale, ma la decisione è rimandata a quando si avranno maggiori chiarimenti sugli spazi disponibili e sulle criticità di questa nuova sfida.
Scuole dell'infanzia
In questo caso il documento scende nel dettaglio: niente mascherine per i bambini, per gli educatori si prevede l'uso di protezioni che non li rendano irriconoscibili, quindi visiere trasparenti e guanti. Gli ingressi nelle scuole materne saranno tra le 7:30 e le 9, i bambini non potranno portare giochi da casa, ma resteranno sempre con lo stesso gruppo.
Queste sono in generale le linee guida individuate dal Governo, con un ultimo accenno all'eventuale ritorno della necessità del lockdown: in questo caso la didattica proseguirà a distanza, ma non per gli alunni con disabilità e per i figli di personale sanitario indispensabile, che potranno comunque andare in classe.