In un’indagine condotta da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca IARD, su un campione di oltre 1500 studenti italiani, sono emersi pensieri e opinioni dei ragazzi sul periodo di lockdown forzato a causa del Coronavirus e soprattutto sulla didattica a distanza. Ne emerge un'adolescenza responsabile e matura, forse la vera sorpresa positiva di questo periodo così difficile.
Adolescenti in lockdown
La maggior parte degli studenti ha vissuto la quarantena senza drammi eccessivi, pur trovandola faticosa e poco sopportabile, mentre il 10% ne ha dato addirittura un giudizio positivo e solo il 13% lo ha definito insopportabile. Per quanto riguarda le esigenze e i desideri da realizzare una volta "liberi", ci troviamo di fronte a una quasi uniformità: quasi il 65% ha come primo pensiero quello di rivedere gli amici, seguito a distanza dal rivedere il proprio partner e, in minor misura, fare sport e shopping.
I dati positivi sono stati riscontrati nell’abitudine all’uso di igienizzanti, mascherine e altri strumenti di prevenzione: il 76,2% dei ragazzi dichiara di rispettare sempre le norme indicate dalle autorità sanitarie, in aumento del 20% circa rispetto all’indagine condotta ad aprile. Non cambia, invece, il timore nei confronti del Coronavirus, per cui si rimane abbastanza o molto preoccupati (rispettivamente 53% e 14%).
La scuola online
Il dibattito sulla didattica a distanza è durato a lungo, con una valutazione finale complessivamente positiva da parte degli studenti, nonostante le controindicazioni riportate. Il problema principale sembra essere l’assenza di contatti con i compagni durante le lezioni, ma sono presenti anche le continue distrazioni (smartphone, chat, ma anche la presenza di familiari in casa) e le difficoltà tecniche riscontrate sia dagli studenti che dai docenti.Pochi sono stati i benefici, con un terzo del campione che dichiara un miglior utilizzo del tempo. Meno sono i ragazzi che riescono a fare domande più facilmente e si riescono a concentrare di più.
I dati dell’indagine sui disturbi riscontrati a livello fisico e psicologico rispecchiano i risultati raccolti dai pediatri di famiglia, con un aumento significativo di problemi come mal di testa, bruciore agli occhi, mal di schiena, difficoltà ad addormentarsi e concentrarsi, ansia e senso di solitudine.
Se per i sintomi fisici la causa principale può essere individuata proprio nella scuola online, che costringe gli studenti a trascorrere più ore davanti a uno schermo, lo stress psicologico è probabilmente da attribuire alla generale situazione di stress e tensione, che emerge nei momenti di maggior concentrazione e impegno.
Le previsioni per il prossimo anno scolastico
Nonostante la sperimentazione non sia stata negativa, il campione è quasi equamente diviso quando si parla del mantenere la didattica online anche una volta tornati alla normalità, con il 50,1% che preferirebbe abbandonarla completamente. La maggioranza degli adolescenti (62,9%) sostiene che si tornerà tra i banchi di scuola con turni e modalità differenti, anche se si equivalgono agli estremi pessimisti e ottimisti, convinti rispettivamente che non si tornerà a scuola per molti mesi ancora o che a settembre si tornerà nella completa normalità. Cambierà invece molto probabilmente il modo in cui si deciderà di spostarsi per raggiungere gli edifici scolastici, con un drastico calo dell’utilizzo dei mezzi pubblici secondo le previsioni.
Insomma, la didattica a distanza è stata promossa, ma non è sostenibile a lungo secondo gli studenti, che sentono la mancanza in particolare del confronto e del dialogo con gli altri ragazzi e i professori, soprattutto dopo mesi di lockdown in cui non hanno avuto contatti esterni. La preoccupazione è ancora alta, ma i dati sul benessere psicologico e fisico portano a considerazioni importanti, rendendo difficile pensare di mantenere la scuola al 100% online e sottolineando come sia impossibile sostituire del tutto l'insegnamento in presenza, che per i ragazzi non vuol dire solo una semplice lezione, ma molto di più.