In quest’anno scolastico ho perso 20 anni di vita, e ho concluso gli studi con 0.4 di neurone. Scherzi a parte, è stato un anno abbastanza travagliato. Forse avrei vissuto la Maturità con più serenità se alcune docenti non avessero iniziato ad incuterci terrore già dall’anno scorso… per iniziare il quinto liceo mi sono dovuta preparare psicologicamente, e la pandemia non ha certo aiutato! Complessivamente, la maturità non è stata trattata come un esame, ma come se avessimo dovuto andare in guerra. Lo spleen è stato il mio pane quotidiano.
Ansie e preoccupazioni a parte, le modifiche apportate all’esame per l’emergenza sanitaria, sono state una vera delusione. Senza dubbio, avrei preferito la tesina piuttosto che le cervellotiche sottodivisioni del maxiorale che hanno provocato un prevedibile mental breakdown agli studenti. Praticamente nessuno è arrivato con le idee chiare alla Maturità, nemmeno – temo - i gli stessi politici che l’hanno dovuta riformare. Ho sempre ritenuto che le nuove modalità (da ricordare anche le famose ‘buste’) fossero una vera e propria presa in giro. Che bisogno c’era di infliggere tutto questo inutile stress ai poveri alunni? You did this for what?
Alla fine dei conti, il Coronavirus ha reso tutto più soft; paradossalmente ha facilitato i maturandi. Fra quarantamila prove scritte e cinquecento milioni di docenti esterni, siamo veramente stati graziati: una sola prova orale con i nostri docenti che, bene o male, conoscevano tutti noi e avrebbero saputo come gestire la prova di ciascuno. Peccato che la mia scuola in particolare sia stata assai disorganizzata (PENSATE!!! ALLLA!!! SALUTE!!! MENTALE!!! DEGLI!!! ALUNNI!!!).
Quando è iniziato l’anno, pensavo che non sarebbe finito, che sarei rimasta bloccata in quel vortice di spleen in eterno. Ero sempre stanca, demotivata, vedevo la vita in bianco e nero. Mi sono ripresa con la quarantena, e ora che è tutto andato, devo ancora rendermi conto di aver finito le superiori. Cinque anni di superiori. Sono ancora sotto shock. Ho aspettato così tanto tempo questo momento, e ora sono incredula.