Un unico colloquio orale di massimo un'ora da svolgere in presenza: l'Esame di Maturità 2020 sarà un esame anomalo sia emotivamente che nella pratica. Le indicazioni sul suo svolgimento sono arrivate tardivamente e in modo piuttosto confuso, lasciando perplessi numerosi studenti e professori. Pubblichiamo qui la lettera rivolta alla Ministra Azzolina di un gruppo di maturandi che ha lanciato la petizioe su change.org per avere chiarimenti sull'imminente Esame di Stato.
Cara Ministra,
L’intento della presente lettera è quello di cercare di esprimere il pensiero di tutti i “Maturandi” di quest’anno, visto che le lettere individuali degli alunni non sono finora state prese in considerazione. Le chiediamo cortesemente di fornirci, questa volta, risposte chiare e definitive sullo svolgimento della prova orale dell’Esame di Maturità, poiché sia noi che i nostri professori non abbiamo ben capito come si svolgerà. Esse risultano sempre più urgenti e necessarie, non solo a causa della scarsità di tempo che abbiamo a disposizione per consolidare la nostra preparazione: riteniamo infatti che, considerata la situazione di ancora grave incertezza riguardo alla pandemia, presentarsi fisicamente di fronte alla Commissione d’Esame fra poco più di un mese possa seriamente mettere in pericolo la salute sia dei candidati sia dei professori. Bisogna inoltre tenere conto del fatto che la maggior parte dei ragazzi che dovranno sostenere l’Esame sono pendolari e il giorno dell’esame si dovranno recare a scuola con un mezzo pubblico che, in virtù delle norme di sicurezza legate alla pandemia in corso, non potrà contenere più di 15 passeggeri.
A questo punto non sarebbe più efficace e meno dannoso un colloquio online che tenga in maggior conto le gravi difficoltà che studenti e docenti hanno dovuto affrontare durante questi mesi di emergenza? Vista l’evidente inefficacia della Didattica a Distanza, che ha portato ad una drastica riduzione dei programmi scolastici, sarebbe forse più adatta alla situazione una prova orale che prevedesse l’esposizione di un percorso interdisciplinare e, contestualmente, quella dei contenuti relativi al curricolo di “Cittadinanza e Costituzione” e ai “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento”; tali aspetti potrebbero essere arricchiti con eventuali approfondimenti didattici e domande o spunti di riflessione forniti dai docenti della Commissione. Riteniamo che, in questo modo, potrebbero essere garantite non solo la serietà e il valore dell’Esame di Stato e la sicurezza di tutte le persone coinvolte, ma anche la tutela degli studenti, i quali hanno dovuto affrontare una situazione senza precedenti.
Stefania, una ragazza di 18 anni, Le scrive: «si è mai chiesta come ci si sente ad essere invisibile, angosciati, impauriti e immersi in una quarantena priva di vita sociale ed affettiva? Si è mai chiesta come ci si sente a non aver nessuno che si preoccupi per lei? È esattamente così che io, la mia famiglia e molte altre ci sentiamo in questa situazione. Rendiamoci conto che nei paesi davvero moderni, davvero progressisti, l'Esame è stato annullato. Non me ne importa niente dei sacrifici che ho fatto, non voglio essere ricompensata se ciò vuol dire che una mia amica possa infettarsi e causare la morte di suo padre già gravemente malato di tumore. Impariamo a non avere i paraocchi, impariamo a non essere egoisti. Un 100 anziché un 60 non vale la vita di una persona, che potrebbe essere la mia, quella di un mio familiare o quella di un estraneo».
Vogliamo inoltre segnalarle il fatto che molte scuole si siano attivate molto in ritardo per lo svolgimento della didattica a distanza (alcune addirittura solo nelle ultime settimane!); purtroppo, la realtà dei fatti risulta molto diversa da quella da Lei descritta durante le sue più recenti apparizioni televisive (con particolare riferimento al suo invito alla trasmissione “Che tempo che fa”), in occasione delle quali ha parlato della buona riuscita della didattica a distanza. Sinceramente, non a tutti i ragazzi è stata data la possibilità di seguire le lezioni: anche nei casi in cui le scuole si sono attivate fin da subito per portare avanti la didattica, i fondi ministeriali sono arrivati quando le video-lezioni si svolgevano già da parecchie settimane; per gli studenti più svantaggiati quelle ore perse di didattica si sono rivelate ormai irrecuperabili.
In sintesi, formuliamo la richiesta di un Esame di Stato più agile e coerente con la situazione, ma soprattutto strutturato attraverso un percorso interdisciplinare che noi abbiamo tutto il tempo di preparare in questi trenta giorni (o poco più) che mancano all’inizio della prova orale. Stiamo vivendo una situazione di emergenza senza precedenti che ha impedito ad alcuni di noi di concentrarci adeguatamente sullo studio e, in alcune situazioni, di studiare del tutto. Chiediamo solo un po’ di comprensione, che siamo sicuri Lei vorrà accordarci.