Tra le tante proposte che circolano c’è chi suggerisce di riaprire le scuole ad agosto per recuperare i mesi persi a causa della chiusura forzata per il Covid-19. Ecco quanto si legge nell’articolo sul Corriere della Sera a firma di Ernesto Galli della Loggia: bisogna dare un segnale ai ragazzi e si potrebbe recuperare l’anno perduto agganciandolo all’anno successivo.
Ad esempio, iniziando il nuovo anno scolastico il 25 agosto; poi fino al 15 ottobre recuperare il trimestre perduto; a questo punto svolgere gli scrutini non fatti nel giugno precedente; infine dare inizio al nuovo anno il 1° novembre. Magari prevedendo a questo punto vacanze più brevi a Natale e a Pasqua ed evitando inutili scrutini non fatti nel giugno precedente; infine dare inizio al nuovo anno il 1° novembre perdite di tempo con, citiamo testualmente, il ridicolo rito delle finte occupazioni e con le gite scolastiche.
Ciò che colpisce sono le argomentazioni a supporto. Secondo l’editorialista per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado la pandemia rischia di equivalere più o meno a quello che un tempo si sarebbe detto il "Paese di Bengodi" per via della promozione assicurata. E gli allievi che si sono adattati a un nuovo modello di didattica comunque studiando? E i docenti che si sono impegnati con le videolezioni lavorando più di prima? E le famiglie alle prese con le difficoltà della connessione internet, le lezioni tra il salotto e la cameretta mentre i genitori erano impegnati in smart-working? E i tanti progetti speciali comunque proseguiti? Certo la scuola non è stata sospesa e nessuno, tantomeno studenti, docenti e genitori, ha vissuto nel Paese del Bengodi.