Sono le 7.30 di una giornata in quarantena, un suono ad intermittenza sul mio iphone di google calendar mi ricorda che alle ore 8.00 ho programmato un collegamento web con i miei studenti . Accendo il mio PC, e mentre attendo la connessione, mi preparo una frugale colazione. Una serie di voci metalliche “Buongiorno prof", "Salve prof ci sono, prof sono collegata?”, mi spinge ad aprire il microfono e la videocamera e manifestare con un sorriso rassicurante la mia presenza all’incontro in aula virtuale. "Come state ragazzi? Che bello rivederci, Qualche problema da riferirmi?”. Con una certa ansia dovuta purtroppo a precedenti comunicazioni di eventi luttuosi dovuti al Coronavirus, attendo il loro usuale “Prof tutto ok, cosa facciamo oggi?".
Ecco ora mi sento carica di energia positiva da trasmettere a questi meravigliosi studenti che chiedono risposte ai loro dubbi e che vogliono migliorare il proprio bagaglio culturale. Mi sento “utile”, sto riscattando l’incertezza imperante di questo doloroso momento di immobilità.
Durante la videolezione che avviene tramite piattaforme condivise, invito gli studenti a interagire con la docente e tra loro, nella discussione sui contenuti della lezione, con metodologia FlippedClass, per mostrare il grado di competenza acquisito grazie ai vari materiali didattici digitali, come ad esempio le registrazioni di videolezioni, le presentazioni multimediali e i link ai siti d’interesse precedentemente condivisi su apposita area del Registro Elettronico. Gli studenti accolgono positivamente e con entusiasmo le sollecitazioni, sono pochi quelli che si rinchiudono in loro stessi.
La lezione procede con qualche interruzione tecnica “Prof nn la sento, non la vedo…", ma, in generale, gli studenti manifestano la loro volontà di partecipare, segnalando tempestivamente i problemi di connessione e cercando tenacemente delle soluzioni con l’aiuto del docente e dei compagni che accorrono in soccorso con entusiasmante solidarietà.
Quando la lezione giunge al termine mi sento soddisfatta perché ho percepito la loro voglia di esserci, di manifestare la loro presenza a distanza, ho percepito il loro sforzo nel voler superare l’immobilità del momento e ho sentito la loro riconoscenza verso i docenti che hanno messo in gioco competenze e professionalità per imparare a padroneggiare strumenti informatici e metodologie innovative per alcuni sconosciute fino ad oggi.
I giovani, in generale, si stanno comportando molto bene, seguono le indicazioni delle scuole, restano a casa, rispettando le regole del momento e mostrano un notevole senso di responsabilità. Penso che questo doloroso momento possa esser reso migliore, cercando di condividere e infondere negli altri un sentimento di unione e positività.
I ragazzi hanno toccato con mano quanto il comportamento di pochi esseri umani possa mettere a rischio un’intera popolazione. Sono stati invitati a mostrare un senso di responsabilità che non conoscevano, sono cresciuti nel grado di consapevolezza di ciò che li circonda.
Quando tutto sarà finito guarderanno con occhi diversi molte cose, dovranno mostrare un significativo senso di responsabilità nella ripresa dei rapporti sociali mettendo a frutto quanto imparato a proprie spese, in tema di solidarietà.