È il 23 febbraio 2020 e il Governo Italiano delibera che da domani le scuole rimarranno chiuse a causa dell’epidemia di Covid-19. Io sono a Parma, Emilia-Romagna. Sorpresa, smarrimento, attesa... e il primo pensiero va ai miei figli e a tutti i miei studenti che dal giorno dopo avranno una pausa non prevista dalla loro routine.
Mi chiamo Michele Gennari, insegno nel Liceo Artistico Paolo Toschi, sono docente di Discipline Audiovisive e Laboratorio di audiovisivi. La mia materia è quella su cui verterà la seconda prova dell’Esame di Stato, perciò la mia prima preoccupazione è stata: come attivarmi per non perdere ore di lezione, soprattutto con i miei studenti di quinta? Ho cercato tutti i mezzi possibili per tenere aperto un dialogo e un contatto con i miei studenti: il registro elettronico, Aule Virtuali, Skype, Whatsapp; fino a quando la scuola non ha attivato la piattaforma Teams per avere un canale istituzionale e ufficiale per proseguire la didattica.
Se al principio l’obiettivo era non perdere ore di lezione e cercare di portare avanti le attività che mi ero prefissato, ho capito dopo la prima settimana che nelle mie classi non potevo semplicemente continuare a fare e proporre le stesse cose che avevo programmato. Apatia, noia, paura, sconforto, preoccupazione per il futuro, iniziavano ad essere i sentimenti prevalenti. Occorreva trovare strategie didattiche diverse, per tenere alto il coinvolgimento. Soprattutto nella classe quarta dove insegno laboratorio, una materia eminentemente pratica, e non solo teorica o progettuale, ho capito che dovevo metter in campo delle soluzioni nuove, attivare e stimolare i ragazzi con progetti ad hoc (in alcuni casi con una buona dose di aspetti ludici) e permettere loro di lavorare con gli strumenti che avevano a disposizione, ma soprattutto con i limiti oggettivi che la reclusione casalinga impone.
Ho creato un progetto didattico che ho proposto a tutti i miei studenti, coinvolgendo anche i miei colleghi, che ho chiamato semplicemente ISOLAMENTO (nella gallery alcune immagini del progetto). L’intenzione è quella di creare un diario collettivo di fotografie e pensieri del periodo che stiamo vivendo. Le immagini potranno essere accompagnate da un pensiero o un breve racconto originale oppure da canzoni, poesie e citazioni note. Questo diario fotografico andrà a comporre una grande mostra collettiva alla fine di questa reclusione.
L’idea è nata riguardando il progetto PUNTO D’OMBRA , dello scrittore e fotografo Teju Cole (ed. Contrasto), il suo reportage abbina foto, racconti e impressioni di diversi luoghi del mondo che lui ha visitato. Gli studenti hanno così la possibilità di guardare in modo nuovo, con una rinnovata attenzione, gli spazi della casa che si trovano costretti a frequentare, fotografarli e immortalarli con angolazioni o soluzioni compositive inedite. Ho fornito loro altre suggestioni, come le foto di William Eggleston e di Luigi Ghirri, per stimolarli ad un approccio creativo ed uno sguardo attento.
Per tener vivo il coinvolgimento sul progetto e renderlo virale stiamo condividendo le foto anche sui nostri canali social con un hashtag creato per l’occasione. Il prossimo progetto che sto formulando sarà più sonoro che visivo e riguarderà gli ambienti sonori casalinghi e il sonoro ambiente di prossimità delle loro abitazioni, che diventerà una installazione che mischierà immagini, suoni e letture di poesie “scritte alla finestra” da poeti celebri.
Nella speranza di sentire al più presto suonare la campanella della scuola e sentire le loro voci che riempiono nuovamente le aule ora deserte e non vederli più relegati nell’inquadratura dei collegamenti in streaming che li imprigionano nelle loro stanze.