Allarme rosso: scuole disertate
I dati sulla dispersione scolastica in Italia sono impressionanti. E il Paese è ancora spaccato a metà
Federico Ippolito, 16 anni | 3 febbraio 2020

Secondo l’ultimo rapporto Eurostat del 2018 la percentuale riguardante il tasso di abbandono scolastico è aumentata notevolmente. Infatti, il 14,5% dei giovani tra i 18-24 anni è uscito dal sistema di istruzione italiano e secondo i dati Istat Sdg riferiti al 2019, poco meno di 15 giovani su 100 hanno abbandonato gli studi prima di arrivare al diploma o a una qualifica professionale di almeno 2 anni.  Ma i problemi non finiscono qui; infatti si è anche verificata un’inversione del trend, che prima in decrescita, sta ora registrando un’impennata. E le previsioni per il 2020 non sono delle più rosee, poiché prevederebbero una percentuale del 15% di abbandono scolastico. Inoltre, facendo un confronto con le altre nazioni dell’Unione Europea (la cui percentuale si aggira intorno al 10%), i dati sono in netto contrasto. L’Italia è  una delle peggiori in materia, preceduta soltanto da Romania (16,4%), Malta (17,5%) e Spagna (17,9%). La situazione vista sotto una lente regionale però è ancora più preoccupante, perché sottolinea il divario che c’è tra le regioni italiane. Dai dati del rapporto Istat SDG del 2019 cogliamo una disomogeneità allarmante nell’abbandono scolastico regionale: il fenomeno colpisce soprattutto i ragazzi del Mezzogiorno e in tre regioni meridionali (Sardegna, Sicilia e Calabria) la percentuale supera il 20%. In Campania e Puglia oscilla tra il 18 e il 19%.

L’Italia è divisa anche in questo, purtroppo, e le conseguenze sono disastrose sul piano socioeconomico: dal punto di vista sociale poiché contribuiscono a formare individui con un basso livello di cultura; dal punto di vista economico, invece, basti pensare che, secondo alcuni studi, la diminuzione dell’abbandono porterebbe a significativi aumenti del PIL. L’abbandono scolastico non è un quindi un problema da sottovalutare, ma anzi è una questione da risolvere al più presto per avere un futuro migliore.