Come giudicheresti, con un solo termine, la tua esperienza colombiana?
Svolta. Una svolta. Vivendo lì cambi l’idea che si ha da fuori del paese. La fama “criminale”, se così si può chiamare, è alle spalle; stanno cercando di recuperare la loro identità di persone cordiali e simpatiche.
Non solo Escobar, ma anche Gabriel García Marquez. Bellezza, vitalità ma allo stesso tempo malinconia.
È il paese delle contraddizioni. Marquez è stato la principale motivazione per cui ho scelto la Colombia. La magia di cui parla esiste nelle persone e nei loro gesti. Allo stesso tempo esistono aspetti sociali che rattristano, come l’arretratezza sociale. Si sta cercando di superare questi limiti, ma serve tempo. Manca ancora molto. Ho visto anche l’Amazzonia, lì ci sono zone completamente isolate dove l’Italia non è neanche conosciuta.
Dove hai vissuto esattamente?
A Popayan, tra le colline. Lì c’è sempre un clima prevalentemente fresco. La Colombia ha una biodiversità pazzesca.
Come ti sei trovata con i colombiani?
Non mi sono mai fatta problemi con loro e ho fatto bene. Sanno che sei straniero e iniziano a mostrarti grande curiosità, instaurando subito un grande legame. In generale i colombiani tendono a iniziare spesso conversazioni, la cordialità è il loro manifesto. Impari facilmente qualcosa di nuovo da loro.
Le differenze principali tra la scuola italiana e quella colombiana?
In primis il rapporto studente-insegnante. Quando sono arrivata ho visto ragazzi abbracciare i loro professori, quasi fossero familiari. Ho scoperto un legame particolare, basato sulla fiducia e comunque il rispetto dei ruoli. In Italia sono più rigidi, in Colombia sono più attenti alla tua crescita personale.
La tua giornata scolastica base?
Iniziavo scuola alle 6:50 del mattino finendo alle 13:40. Otto ore di lezione con quarantacinque minuti di pausa. Frequentavo le materie classiche, geografia a parte. Tra le materie innovative esiste una sorta di storia contemporanea che affronta il tema della criminalità e le conseguenze che questa ha avuto nella quotidianità del paese.
Qual è lo sport più seguito?
Il calcio. È seguito ovunque e da chiunque, vedo ragazzini giocare ovunque. Quando si è giocata la Champions League - competizione europea, ndr - tantissime persone si sono radunate all’interno di bar per seguirne le partite. Esiste poi un tipo danza aerea molto praticato, oltre al crossfit e al ciclismo.
Com’è la cucina locale?
Mangiano molto riso, spesso con le uova sbattute. È la cosa più semplice e buona che abbia mangiato!