Il MEF ha recentemente comunicato che per le prossime immissioni in ruolo sono stati autorizzati 53.627 posti, spiegando che la riduzione di 5.000 cattedre, rispetto a quanto chiesto dal MIUR, è da attribuire al calo demografico.
Il ministro Bussetti, intervistato da TGCOM 24, ad un precisa domanda sulla riduzione del numero dei posti, ha dapprima affermato che non va guardato il numero delle assunzioni quanto piuttosto la politica di reclutamento che l’esecutivo sta mettendo in atto.
A questi numeri, ha proseguito Bussetti, si aggiungeranno:
-16.959 posti, che saranno banditi con il concorso per la scuola dell’infanzia e primaria;
-circa 48.000 posti che saranno banditi con il concorso ordinario (circa 24.000) e cn quello straordinario (circa 24.000).
Il ministro ha poi risposto al quesito relativo al calo demografico, confermando quanto comunicato dal MEF, ossia la riduzione del contingente propri a causa delle minori nascite registrate in questi anni.
Bussetti, inoltre, ha asserito che non si aspetta alcune reazione negativa dai sindacati e ha aggiunto: “vedremo se utilizzeremo tutti i 53.000 posti".
Il timore, infatti, è che migliaia di posti potrebbero non essere assegnati per mancanza di aspiranti, soprattutto al Nord, sia peraltro è già avvenuto lo scorso anno.