Intelligenza artificiale: alleata o minaccia per l’informazione?
C.C. | 11 aprile 2025

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui produciamo e consumiamo contenuti.
Ma cosa succede quando a scrivere una notizia non è più un giornalista, ma un algoritmo?
E come possiamo distinguere tra informazione reale e contenuti generati dall’IA?

 

L’intelligenza artificiale entra nella redazione

Negli ultimi anni, le intelligenze artificiali si sono fatte strada anche nel mondo del giornalismo. Alcuni articoli, soprattutto quelli sportivi o economici, vengono già scritti da software in grado di analizzare dati e creare testi coerenti in pochi secondi. Anche le immagini generate da IA – spesso iperrealistiche – si stanno diffondendo in rete, insieme ai video deepfake che mettono in bocca ai protagonisti parole mai dette, creando dei rischi sempre maggiori, tanto per i diretti interessati come per tutti coloro che usufruiscono di questo tipo di media.

 

Tra innovazione e rischio disinformazione

Non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale offra opportunità incredibili. Ma quando si parla di informazione, l’automazione porta anche dei rischi. I contenuti generati dall’IA possono sembrare perfettamente credibili, ma non sempre sono accurati o verificabili, anzi.
Proprio per questo, diventano terreno fertile per la disinformazione, soprattutto se usati senza trasparenza e senza una abbondante dose di spirito critico.

 

Come riconoscere un contenuto generato dall’IA

Capire se un contenuto è stato prodotto da un’intelligenza artificiale non è sempre semplice. Alcuni segnali, però, ci possono aiutare: un linguaggio troppo generico, immagini “perfette” ma con piccoli errori (come mani deformi o volti troppo simmetrici), oppure video in cui il labiale non coincide sempre con le parole che vengono dette.
Anche in questo caso, sviluppare una mentalità critica è fondamentale: chiedersi chi ha prodotto il contenuto, con quale scopo e se è stato verificato è il primo passo.

 

L’etica dell’IA: una questione aperta

Chi decide cosa può fare (o non fare) un’IA? Quali sono i limiti? L’etica dell’intelligenza artificiale è un tema ancora molto dibattuto, soprattutto quando si tratta di informazione e giornalismo. Serve maggiore trasparenza da parte di chi crea questi strumenti, ma anche più consapevolezza da parte degli utenti. Perché non basta “sapere che esiste l’IA”: bisogna imparare a conviverci in modo responsabile (e mettere dei “paletti”, in molti contesti).

 

L’approccio educativo di Zai.net

Nei laboratori di giornalismo di Zai.net, l’intelligenza artificiale è un argomento che affrontiamo con attenzione e curiosità. I ragazzi imparano a distinguere tra contenuti umani e contenuti generati da macchine, ma anche a utilizzare in modo etico e creativo strumenti come ChatGPT, generatori di immagini o app per la scrittura automatica. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di imparare a controllarla, e non esserne controllati.

 

Il futuro è nelle nostre mani (e nelle nostre teste)

L’intelligenza artificiale può essere un’alleata preziosa, se impariamo a usarla con intelligenza (e sensibilità/creatività) umana.
Essere cittadini digitali oggi significa anche conoscere i meccanismi dell’IA, saperne cogliere i vantaggi e riconoscerne i rischi.
Nella redazione di Zai.net lavoriamo ogni giorno per formare una generazione di giovani capaci di affrontare il futuro con spirito critico e creatività.

 

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