In un anno cruciale per la politica globale, tra elezioni e tensioni internazionali, la quantità di informazioni (ma anche di disinformazione!) che circolano è altissima.
Come facciamo però a capire quando ci stanno raccontando una verità e quando invece si tratta solo di una studiata strategia comunicativa?
L’informazione in campagna elettorale
Durante le elezioni, la comunicazione politica diventa una vera e propria gara: slogan, promesse, post sponsorizzati e video emozionali riempiono i social. Ogni partito cerca di presentarsi come il migliore, mentre mette in ombra gli avversari. È normale, fa parte del gioco democratico. Ma proprio in questi momenti, è ancora più importante fare attenzione a come le notizie vengono presentate e diffuse.
Tra narrazione e manipolazione
Spesso, dietro a un messaggio politico c’è una strategia ben precisa e studiata fin nel benché minimo dettaglio. Alcune frasi vengono semplificate al massimo per diventare virali, altre vengono tagliate per creare scandalo. I social amplificano tutto: un tweet fuori contesto può diventare un caso nazionale, un meme ironico può distruggere la reputazione di un avversario. In questo scenario, la propaganda può facilmente mascherarsi da informazione, e la verità rischia di perdersi tra like e condivisioni.
Come riconoscere la propaganda
La prima regola è: non fermarsi MAI al titolo. Le notizie che girano sui social spesso puntano a colpire, più che a informare. Per questo è importante leggere l’intero contenuto, verificare da dove arriva e confrontarlo con altre fonti (tenendo in conto anche le leggi del posizionamento SEO, per capire fino a che punto quella notizia non sia studiata per posizionare e non per informare).
Le promesse dei politici, ad esempio, vanno analizzate: sono realizzabili? Sono già state fatte in passato? Hanno una base concreta o sono solo parole?
Anche il linguaggio usato è rivelatore: frasi allarmistiche, nemici da combattere, “noi contro loro” sono segnali di una comunicazione più emotiva che razionale.
I social come arma (a doppio taglio)
Piattaforme come X, Instagram, Facebook o TikTok sono diventate i principali canali di comunicazione politica, soprattutto tra i più giovani. Ma l’algoritmo non è neutro: tende a mostrarci contenuti simili a quelli che già ci piacciono, creando una “bolla” in cui leggiamo solo ciò che conferma le nostre idee. Questo ci espone ancora di più al rischio di manipolazione dell’informazione che, purtroppo, ben conosciamo.
Sapere che esiste questo meccanismo è il primo passo per uscirne o, almeno, per tenerlo in considerazione quando ci stiamo informando navigando su uno (o più!) di questi social.
L’approccio critico di Zai.net
Per contrastare la propaganda e promuovere una cultura dell’informazione trasparente, in Zai.net offriamo ai giovani strumenti pratici attraverso i nostri laboratori giornalistici. In questi percorsi si impara a distinguere tra fatto e opinione, ad analizzare i messaggi politici, a verificare le dichiarazioni pubbliche. Non è solo teoria: è un vero allenamento alla cittadinanza attiva e consapevole.
Costruire opinioni, non subirle
In un mondo dove la comunicazione è sempre più veloce, imparare a decodificare ciò che ci viene detto è una competenza fondamentale. Essere cittadini informati significa sapersi orientare tra propaganda e realtà, tra promessa e fatto concreto. E soprattutto, significa avere il coraggio di farsi un’idea propria, senza lasciarsi trascinare dalla massa.
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