C’è una narrazione dominante che rischia di definire l’Europa di oggi: quella della chiusura, della paura e della divisione. Mentre l’Europa affronta la pressione di politiche migratorie sempre più restrittive e l’ascesa delle destre, Ways of Europe raccoglie la sfida ambiziosa di ridefinire i confini – fisici e simbolici – del nostro continente, trasformandoli in opportunità di dialogo e collaborazione. Attraverso una rete transnazionale di eventi, ambasciatori e iniziative culturali, il progetto, che rappresenta la naturale prosecuzione di Words of Europe, mira a costruire un’Europa più inclusiva e partecipativa.
Se la prima edizione si era concentrata sul raccogliere voci e testimonianze, la nuova iniziativa punta a un obiettivo ancora più ambizioso: creare spazi di partecipazione collettiva per immaginare un’Europa più equa e democratica. Il progetto, che vede ancora una volta a capo di un consorzio internazionale di partner la romana Arci Solidarietà, non vuole limitarsi a raccogliere istanze diverse, bensì costruire un progetto comune per il futuro dell’Unione. Per farlo, Ways of Europe ha scelto di organizzare eventi in luoghi simbolici lungo i confini dell’Europa. Da Lampedusa a Calais, da Budapest a Barcellona, queste tappe non sono solo punti sulla mappa, ma rappresentano temi centrali per il continente: solidarietà, diritti umani, stato di diritto e inclusione.
Ribaltare le narrazioni tossiche
In un momento in cui l’ostilità verso i migranti e le minoranze sembra crescere, WE 2.0 affronta di petto le narrazioni xenofobe. L’evento di Lampedusa, ad esempio, metterà in scena il tema della solidarietà attraverso laboratori con studenti locali, migranti e artisti, producendo assieme alle scuole un documentario manifesto per amplificare le storie e le prospettive capaci di contrastare i pregiudizi e che sappiano promuovere un’immagine dell’Europa come luogo di accoglienza.
Oltre i confini
I confini, infatti, sono spesso percepiti come barriere invalicabili, ma Ways of Europe li vuole trasformare in punti di incontro. A Calais e Dunkerque, due città-simbolo delle tensioni legate ai flussi migratori, l’attenzione sarà puntata sui diritti umani e la sostenibilità. Qui, dialoghi e workshop metteranno a confronto comunità locali e internazionali, creando uno spazio per discutere soluzioni innovative e inclusive.
Anche il tema dello stato di diritto sarà al centro delle iniziative, con Budapest che diventerà teatro di riflessioni su come salvaguardare i principi fondamentali dell’Unione. Barcellona, invece, ospiterà un evento con un focus particolare sulle comunità rom, spesso ai margini della partecipazione politica, grazie all’intervento di Fundacio Pere Closa, una delle new entry del consorzio di partner.
Il ruolo cruciale degli ambasciatori
Un’altra grande novità è rappresentata dagli ambasciatori, figure chiave per il successo del progetto. Selezionati tra i partecipanti agli eventi, questi volontari diventano promotori attivi del dialogo e della partecipazione nelle loro comunità: a lungo termine, questa rete di ambasciatori potrebbe diventare il motore di nuove iniziative locali e transnazionali.
Un’eredità per il futuro
Ways of Europe non si esaurisce con la conclusione degli eventi: il progetto ambisce a lasciare un’eredità duratura. I manifesti, i documentari e le opere prodotte saranno strumenti concreti per ispirare nuove generazioni e rafforzare la fiducia nelle istituzioni europee. Inoltre, il modello partecipativo sviluppato nel corso del progetto potrà essere replicato, promuovendo un senso di cittadinanza attiva e collettiva. In un’Europa che spesso fatica a trovare una narrazione comune, Ways of Europe rappresenta un faro di speranza: perché l’Europa, più che di confini, è fatta di persone, e ogni voce conta.