Si parla sempre di più di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), e non a caso: il mondo di domani, ma anche quello di oggi, presenta sfide importanti non solo per le aziende, ma per tutta la popolazione. Sfide che senza un approccio risolutivo integrato rimarrebbero invalicabili: per questo molte imprese si sono rese conto che il loro obiettivo non può essere ridotto al solo profitto e si stanno muovendo per arricchirlo con interventi a beneficio della comunità.
Gli ambiti su cui è possibile intervenire sono stati identificati nell’acronimo ESG: environmental, social e governance. Sono quasi infinite le azioni che un’azienda può intraprendere per salvaguardare l’ambiente: dalla riduzione delle emissioni tramite alimentazione da fonti rinnovabili e isolamento degli edifici, al riciclo degli scarti di produzione o dei rifiuti degli uffici, fino alla scelta di materie prime prodotte in maniera sostenibile. Un esempio di impresa virtuosa in campo ambientale è Patagonia: l’azienda utilizza materiali riciclati e biologici nella produzione dei suoi capi, promuove programmi di riparazione degli indumenti per ridurre i rifiuti e devolve parte del suo ricavato a organizzazioni ambientaliste.
Piantare un albero nel cortile della ditta è un buon inizio, ma affidandosi a partner esperti come La Giusta Impresa è possibile per le aziende massimizzare l’impegno ambientale attraverso progetti sviluppati ad hoc, magari integrati con il secondo ambito di azione, ossia quello sociale. Le prospettive di azione in questo campo sono moltissime e possono includere tutti i membri della comunità in cui opera l’azienda: dipendenti, clienti e collaboratori naturalmente, ma anche i cittadini più giovani o gli anziani. Si parla di diversità e inclusione, tutela dei diritti umani, condizioni di lavoro e impatto sociale delle attività aziendali. Su questo principio si basa, ad esempio, il progetto Rinate - Oltre il femminicidio, la mostra-laboratorio itinerante sostenuta da Fondazione Vodafone per sensibilizzare gli studenti di dieci scuole sulla violenza di genere, contribuendo a creare consapevolezza e prevenzione tra i giovani.
A seconda che l’impresa operi a livello locale o su scala globale, la “comunità” su cui agire può variare dalla scuola media del paese a tutta la forza-lavoro implicata —per questo si parla di governance. Le politiche aziendali sono la realtà che più da vicino tange le imprese, dal momento che le costituisce. Fare RSI sul piano della governance significa agire sulla gestione interna dell’azienda, sulla trasparenza, la struttura del consiglio di amministrazione, le politiche contro la corruzione, e la conformità a norme e regolamenti. Si pensi all’“Unilever Sustainable Living Plan”, il modello di Unilever che integra la sostenibilità su ogni livello decisionale; la struttura della sua governance prevede controlli rigorosi, politiche di diversità nel consiglio di amministrazione e una forte attenzione all’etica aziendale, come la lotta alla corruzione nella catena di fornitura.
I modi di fare RSI sono davvero innumerevoli e ciascuno di loro può contribuire positivamente alla percezione dell’azienda da parte di collaboratori, consumatori e tutti gli stakeholders. Ma non è solo una questione di reputazione: i vantaggi che derivano dall’operare responsabile di un’impresa sono evidenti nella riduzione dei costi derivante dall’efficientazione dei consumi e nell’aumento di valore del marchio per i clienti e i collaboratori già esistenti. Per non parlare delle normative recenti che insistono sulla sostenibilità e dei criteri degli investitori che sempre più spesso tendono in questa direzione. L’adesione a un modello di responsabilità sociale d’impresa, dunque, non è più solo un’opzione, ma una necessità fondamentale di ogni azienda: basta scegliere come farlo.