A scuola di media literacy: SOS dipendenza da ultime notizie
Gaia Ravazzi | 2 dicembre 2020

Televisione accesa, telefonino in mano e radio appena si sale in auto: qualsiasi sia la fonte di informazione prescelta, la ricerca in tempi di coronavirus è costante. Ma perché? Cosa spinge le persone cercare di tenersi costantemente aggiornate? Lo spiega dettagliatamente la psicologa Laura Prosdocimo nel webinar dal titolo “Dipendenza da ultime notizie o breaking news addiction” promosso da Med Veneto e Friuli-Venezia Giulia insieme a Salesmundi, primo di un ciclo di incontri dal titolo “Crescere insieme con la media education”.

Il primo punto essenziale per comprendere questo bisogno costante di informazione è capire come si formano le abitudini e il concetto di rinforzo positivo, sottolinea Laura Prosdocimo. Le nostre abitudini si formano in relazione ad un rinforzo positivo che ci genera un certo grado di gratificazione e che ci spinge a ripetere una data azione: ad esempio, quando abbiamo fame si attivano la nostra memoria su dove abbiamo trovato il cibo in passato e si attiva il rilascio di dopamina che ci motiva raggiungere ciò che desideriamo.

Le notizie arrivano in modo irregolare e intermittente scatenando un meccanismo di ricompensa inaspettata, un effetto sorpresa, all’arrivo di una notizia, e in questo momento storico caratterizzato da forti livelli di stress e tensione, siamo più stimolati alla gratificazione sfuggente, momentanea e più assuefatti al meccanismo di rinforzo positivo intermittente che si cela dietro al consumo di informazione. E come riporta il dottor Jud Brewer nell’articolo Breaking Your Addiction to Breaking News più grande è la notizia, più forte è la botta di dopamina.

Questo tipo di dipendenza, chiamata Information overload addiction, spiega Laura Prosdocimo, si caratterizza per la necessità di passare molto tempo in rete per trovare notizie e quello che la rende a tutti gli effetti una dipendenza è il perseverare nell’attività anche se il piacere che ne deriva viene a mancare e prevale l'aspetto di disagio quando la persona si rende conto che non è più in grado di farne a meno.

Controllare di più le notizie significa essere davvero più informati? L’aggiornamento minuto per minuto sull’attualità non è nemmeno del tutto attendibile. Le notizie a distanza di tempo vengono inquadrate, ridimensionate, arricchite di dettagli e mentre le breaking news sono più superficiali e sfuggenti. Quindi come si può perdere quest’abitudine?

La cosa più importante secondo Brewer è chiedersi: che cosa sto ottenendo in cambio? Ponendosi questa domanda si crea un legame tra azione e risultato e questo porterà a il nostro cervello a capire che leggere le notizie non ci fa sentire poi così bene, ci aiuterà a sentirci meno gratificati e quindi meno spinti a ripetere l’azione. L’invito pratico della dott.ssa Prosdocimo per adulti, educatori e adolescenti è quello di fare una “dieta digitale”, scegliendo quante volte aggiornarsi, se 2 o 3 volte massimo, incrementando, invece, il tempo dedicato all’amorevole gentilezza verso sé stessi e le persone che ci circondano, ad esempio tramite esercizi di mindfulness.

Per iscriversi ai prossimi incontri gratuiti di “Crescere insieme con la media education": salusmundiaps@gmail.com