La preside che porta LA RADIO in periferia
“È fondamentale lanciare un messaggio ai nostri ragazzi: la scuola, nonostante tutto, non si ferma e li rende protagonisti”
Redazione | 9 novembre 2020

Vibo Marina, Ostia, Torre Annunziata e Salemi: la radio arriva nelle scuole di territori difficili del nostro Paese e lo fa nonostante il momento così delicato. Il messaggio è chiaro: la scuola non si ferma e non si dimentica dei suoi ragazzi. Gli studenti continuano a essere protagonisti grazie a Presidi come Maria Salvia dell’ICS Amerigo Vespucci di Vibo Marina, che non perdono l’entusiasmo e il desiderio di coinvolgere i propri studenti, rendendoli protagonisti anche oltre la classica didattica.

 

Cosa significa partecipare al progetto Vibo on Air?

Per me e per i docenti significa connettersi con territori esterni al proprio. È un’esperienza che ha affascinato da subito i ragazzi, svilupperà i loro talenti e li farà emergere. È un’occasione per dimostrare le loro attitudini, le passioni e i sentimenti… si sentiranno protagonisti, che poi è l’obiettivo primario della radio e della scuola in generale.

In questo momento così delicato, avviare il progetto ha un significato ulteriore: la scuola non si ferma.

È vero, la scuola non si è mai fermata, neanche nei momenti più delicati. E non si fermerà neanche adesso, anzi! Poter partecipare a questo percorso educativo e didattico in territori piuttosto difficili ci dà un input maggiore per portare avanti un progetto che insegna ai ragazzi a rispettare le regole. Mai come in questo momento è indispensabile trasmettere questo messaggio e andare avanti.

Cosa significa essere Preside in queste zone così delicate e portarvi progetti come Vibo on Air?

Ogni giorno dobbiamo stare molto più attenti al modello che presentiamo ai nostri ragazzi per contrastare quelli negativi. C’è da lavorare molto ed è fondamentale confrontarsi con realtà simili: dobbiamo essere tutti convinti che sia possibili invertire la tendenza sin da subito attraverso la scuola.

Che valore ha il racconto dei territori realizzato attraverso lo sguardo dei ragazzi?

Può dare uno spaccato genuino. Non vogliamo condizionarli in nessun modo: vogliamo che emerga un racconto sentito che possa dipingere il territorio nelle mille sfaccettature, ciò che c’è di buono e ciò che c’è di sbagliato.