Chi ha paura del diritto d’autore?
La parola ai ragazzi dell’Italo Calvino di Genova
19 settembre 2019

Internet e i social media toccano in maniera particolare la nostra generazione: la direttiva dell’Unione Europea sul diritto d’autore è stata una vera e propria scossa di terremoto, specie per i creatori che usano materiali altrui per dare sfogo al proprio estro. 

Il famigerato articolo 17 è quello relativo all’utilizzo di contenuti online da parte dei creatori: si rischia di veder compromessa la libertà d’espressione in uno dei mezzi che utilizziamo tutti i giorni. 

L’articolo 17 è diviso in dieci punti: i primi tre determinano i rapporti tra i creatori di contenuti e i suoi fruitori, in base allo scopo del servizio, se di lucro o ricreativo. Dal quarto al sesto si parla invece dei permessi che vengono forniti a chi riutilizza un contenuto di un altro creatore da parte del creatore stesso. Per esempio, una pagina web che riporta una notizia da un giornale, ha dei doveri e dei diritti nei confronti di colui che crea il contenuto originale. 

Inoltre specifica le regole di controllo, dei permessi e delle sanzioni in caso di violazione di queste regole. Gli ultimi quattro articoli, oltre a specificare il ruolo di ogni Stato all’interno del sistema del diritto d’autore online, impongono a ogni servizio di condivisione, come YouTube o Facebook, l’istituzione di un algoritmo di controllo che rimuova o prevenga il caricamento di opere non adatte o che non rispettino il regolamento del copyright. Un esempio può essere l’algoritmo di censura di YouTube che, nel momento in cui viene riconosciuta una canzone che è protetta da copyright, il video può essere bloccato, demonetizzato o ancora segnalato dall’algoritmo stesso. È proprio a causa di questa parte d’articolo che prima dell’approvazione del 2018 YouTube è stato inondato da video caricati dai creators contro l’articolo stesso.

Se fosse passata la versione originale del decreto parte delle leggi dedicate avrebbero cambiato le policy di siti come YouTube, portando alla limitazione della libertà nell’uso di contenuti, spesso finendo per demonetizzare e fermare del tutto i guadagni di coloro che creano contenuti. Con quest’ultima modifica però i creators possono avvalersi di citazioni, critica, rassegne, caricature e parodie, senza l’obbligo di permessi speciali o autorizzazioni. Quest’ultima parte è conosciuta dai più “smanettoni del Web” come “legge salva meme”. 

Nonostante sia stata alleggerita, non è mancata la protesta dai contrari al decreto: famoso è il caso dell’European Day of Protest, calendario di date in cui ogni Nazione si è ritrovata in piazza per protestare contro la riforma. 

Si può dire che chiunque fosse contro il decreto abbia fatto il possibile per far sì che il decreto non passasse, ma alla fine, la legge è passata. C’è da dire che, se il decreto legge è cambiato, è stato grazie anche a queste pressioni. 

Il motivo da cui è partita la proposta di legge è che i titolari dei diritti non riescono a monetizzare adeguatamente i loro prodotti perché vi sarebbe, nell’ecosistema digitale, un’ingiusta distribuzione dei profitti, anche a causa della continua diffusione da parte degli utenti che non hanno contribuito alla creazione del prodotto, ma riescono comunque a guadagnarci.

Per risolvere questo problema la Commissione aveva proposto di introdurre l’obbligo per le piattaforme di utilizzare strumenti di filtraggio di contenuti e di operare monitorando i creatori, al fine di rimuovere e di impedire il caricamento di contenuti in violazione dei diritti.

 

Il Calvino Rampante è un format radiofonico dell’Istituto Calvino di Genova in cui i ragazzi approfondiscono temi di attualità e ne dibattono coinvolgendo docenti e compagni, partendo dalla loro scuola, per arrivare a tutte le altre scuole della città e della rete di scuole del network.

 

Diego Bruzzone, Andrea Cattarinich, Simone Crovetto, Matteo La Mantia, Daniele Orecchia, Andrea Pinna e Ferdinando Treccosti.