Festival Internazionale del Giornalismo: appuntamento a Perugia
Dall'11 al 15 aprile il giornalismo internazionale si trova nel cuore dell'Umbria
Chiara Colasanti | 16 marzo 2018

Ieri mattina, a Perugia, c'è stata la conferenza stampa di presentazione del Festival Internazionale del Giornalismo: la sua dodicesima edizione si terrà nel cuore dell'Umbria dall'11 al 15 aprile e il programma è, come sempre, fittissimo di appuntamenti immancabili.

Sul sito del Festival potrete trovare tutti gli appuntamenti, sulla pagina Facebook potete vedere in differita la diretta streaming della conferenza durante la quale i due fondatori del festival hanno presentato (insieme alla Presidente della Regione Marini, all'Assessore del Comune di Perugia Fioroni e a Matt Cooke di Google e Livia Iacolare di Facebook in collegamento rispettivamente da Londra e da Milano) le tematiche principali che verranno affrontate nel corso dei cinque giorni di festival.

Arianna Ciccone, fondatrice del festival, insieme a Chris Potter, ha risposto ad alcune nostre domande.

Nel programma, come sempre, c’è un caleidoscopio di tematiche che si affronteranno nei giorni del festival; quali sono quelle che vorreste mettere maggiormente sotto i riflettori?
Sicuramente il tema della disinformazione e della propaganda, il tema anche di #MeToo, legato alle inchieste che sono emerse in America sulle molestie sessuali nei luoghi di lavoro, la questione femminista, anche la differenza di paga, se vogliamo, quindi anche i ricatti che si subiscono sul luogo di lavoro… queste sono due tematiche insieme. Anche gli attacchi che stanno subendo i giornalisti: abbiamo visto purtroppo questi omicidi terribili, uno a Malta di Daphne Caruana Galizia, e l’altro del giovanissimo giornalista slovacco, Jan Kuciak, che indagava sulla ndrangheta. A Malta, molto probabilmente, è coinvolta la mafia italiana: sono due uccisioni, in Europa, che lasciano senza respiro. Ci occuperemo anche di questo perché i giornalisti subiscono ovviamente questo tipo di perdite in territori di guerra… ma in Europa? Inizia ad essere angosciante e preoccupante!

A proposito di media literacy, abbiamo visto nel programma che ci sono diversi eventi legati a questo importantissimo tema: qual è il vostro invito ai ragazzi?
Noi abbiamo un filone dedicato all’alfabetizzazione mediatica dedicato alle scuole, aperto ai ragazzi dalle scuole elementari alle scuole medie e ai licei, sempre gratuito e quindi faremo tutta una serie di appuntamenti per parlare sia di informazione, come funziona il giornalismo, come funzionano i media, ma anche una serie di incontri su come imparare a programmare: parliamo di coding pratico. Invito tutti i ragazzi a partecipare: l’ingresso è libero!

Da ex volontaria del festival non posso non chiedere come procede l’attesa dei volontari di quest’anno. Com’è l’atmosfera tra i duecento ragazzi provenienti da tutto il mondo?
Tu hai partecipato come volontaria, sai che cos’è: è una cosa bellissima, ci sono i gruppi poi su Facebook di auto-aiuto, dove tutti aiutano gli altri per risolvere questioni logistiche o rispondere a dubbi… è una grande famiglia! Vengono da tutto il mondo e poi si incontrano a Milano, a Roma, si aiutano fra di loro, veramente forse è una delle cose in assoluto più belle del festival perché lo vedi che c’è quell’entusiasmo, quell’energia e quella condivisione che dà quella speranza verso un mondo migliore.

Daniela Buglione, membro dello staff della segreteria organizzativa del festival, per il nono anno si è occupata della selezione dei volontari. Le abbiamo chiesto un piccolo approfondimento sul mondo dei volontari, vero e proprio cuore pulsante dell’organizzazione nei cinque giorni di festival.

Come si diventa volontari del festival e cosa succede dopo che si è mandata la propria candidatura?
Loro inviano le prime candidature entro il 31 dicembre, ogni anno; di solito apriamo la call verso il 20 settembre pubblicandola sulla home page del sito ufficiale del festival. Quindi archivio tutte le candidature che sono davvero tantissime: ogni anno crescono e ce ne stupiamo perché il festival attira tantissimo, c’è tanto ricambio, soprattutto negli ultimi due anni. I piccoli volontari crescono, trovano lavoro e non possono più partecipare perché devono chiedere le ferie! A livello di quantità non riesco a dirti dei numeri perché sono davvero tante, però leggiamo tutti i curriculum, cerchiamo di valutare in base alle esperienze sia professionali che di vita, perché ci sono alcuni ruoli come la logistica che non richiedono delle competenze specifiche. Poi ci sono i fotografi, l’ufficio stampa, i videomaker, il webmagazine e la webradio. 
Il giorno prima dell’inizio del festival facciamo la welcome session che è l’incontro organizzativo tra staff e volontari dove tutti sanno il ruolo che gli è stato assegnato e quali sono le attività che svolgeranno. C’è una sorta di coordinamento con il leader di riferimento del ruolo; da lì iniziano a dare i turni, a spiegare nello specifico quello che devono fare e da lì mi svincolo: sono il coordinatore generale, però poi ognuno segue il proprio referente, però durante il festival mi occupo della logistica.