Una Roma fantastica ha avuto il merito di crederci fino alla fine, di battersi con coraggio e orgoglio e, infine, di imporsi su uno Shakhtar Donetsk che, pur partendo da una condizione di oggettivo vantaggio, non ha mai dato, nel ritorno di ieri all'Olimpico, l'impressione di poter davvero compiere l'impresa di eliminare la squadra di Di Francesco. Un'impresa, perché di questo si tratta, che invece, grazie al gol a inizio ripresa di Edin Džeko (che a gennaio sarebbe dovuto andare al Chelsea e, per fortuna del calcio italiano, è rimasto nella Capitale), è riuscita agli uomini del tecnico abruzzese, messo in discussione ad inizio stagione e ora protagonista di un ritorno ai quarti di Champions League dopo dieci anni d'assenza che costituisce per i giallorossi non solo una boccata d'ossigeno, anche dal punto di vista economico, ma pure un'iniezione di fiducia tutt'altro che secondaria in vista della lotta per il terzo posto in campionato e di un sogno, quello di andare avanti nella competizione continentale più importante, che adesso è a portata di mano. Certo, non sarà facile; certo, le insidie sono molte e le avversarie, dal prossimo turno in poi, potrebbero chiamarsi Real Madrid, Bayern, Juventus, Liverpool e via elencando; tutto quel che volete, fatto sta che i capitolini ci sono e difficilmente rinunceranno a dire la loro, ora che sono entrati a far parte delle otto compagini più forti del Vecchio Continente.
Nell'altro incontro disputato ieri sera, l'impresa dell'ex romanista Montella, neo-tecnico del Siviglia, ha davvero del clamoroso: vincendo per 2 a 1 all'Old Trafford contro il Manchester United di Mourinho, è riuscito a traghettare i sivigliani ai quarti, ad eliminare il sedicente "Special One" e a prendersi una bella rivincita dopo l'esonero subito sulla panchina rossonera. L'ingresso dell'attaccante francese Ben Yedder (autore della doppietta decisiva che ha vanificato il disperato gol nel finale di Lukaku) a diciotto minuti dalla fine, fa di lui un tecnico di prima fascia, in quanto capace di leggere le partite meglio di altri e di indirizzarle a suo piacimento al momento opportuno. Tipico dei grandi: un tempo avremmo detto "una mossa alla Mourinho"!