La saggezza di Allegri, la classe di Dybala e Higuaín, la tenuta eroica della difesa, lo stoicismo dei grandi vecchi Barzagli e Chiellini, il perfetto inserimento di Lichtsteiner nella ripresa al posto di Benatia, la tenacia di non arrendersi mai, nemmeno di fronte al gol del vantaggio degli "Spurs" messo a segno da Son: questa è stata la Juventus corsara a Londra contro il Tottenham, capace di vincere in rimonta su un campo difficilissimo e di accreditarsi come una sera candidata alla vittoria finale del torneo.
Una partita di sofferenza e di lotta, di sacrificio e di passione per una squadra presentatasi all'appuntamento senza pedine decisive come Bernardeschi e, soprattutto, Mandžukić, eppure in grado di sfoderare una grinta senza eguali e di aggiustare nella ripresa una sfida che nel primo tempo sembrava irrimediabilmente compromessa.
Non sappiamo cosa abbia detto Allegri ai suoi ragazzi nel corso dell'intervallo: l'unica certezza è che la Juve che è tornata in campo dopo i primi quarantacinque minuti non era neanche lontanamente parente della compagine lenta, svagata ed imprecisa messa in ginocchio dagli inglesi nella prima frazione di gioco.
Come spesso gli capita, dunque, Allegri ha saputo cambiare in corsa, affidandosi al già menzionato Lichtsteiner e riuscendo nel capolavoro di capovolgere le sorti dell'incontro, sfruttando anche la scarsa esperienza internazionale dei rivali. Non a caso, il sempre saggio Chiellini ha asserito nel dopogara che anche a Wembley, proprio come era accaduto martedì sera al Parco dei Principi nel confronto fra PSG e Real Madrid, aveva prevalso la storia, imponendosi, in quel caso, sui milioni degli sceicchi del Qatar e stavolta sulla sfrontata irriverenza di una banda ben allenata che, di sicuro, nei prossimi anni potrà togliersi grandi soddisfazioni.
Nel momento più difficile, quando tutto sembrava ormai compromesso, i Buffon, i Barzagli e i Chiellini hanno fatto la differenza, con Douglas Costa sugli scudi, l'HD pronta a dare il meglio di sé e il centrocampo a tre composto da Matuidi, Pjanić e Khedira ad innalzare una diga rivelatasi insuperabile per i pur ispirati ragazzi di Pochettino.
Adesso la Juve è attesa da un autentico tour de force in campionato che avrà inizio domenica prossima a Udine e proseguirà con il recupero di mercoledì 14 contro l'Atalanta e con la sfida contro la Spal di sabato 17. Al termine di questo ciclo di incontri, sapremo se la Vecchia Signora potrà essere davvero protagonista su tre fronti anche quest'anno.
Nell'altro ottavo di finale, sconfitta indolore del City in casa contro un Basilea comunque dignitoso e ricco di buone personalità individuali. Un 2 a 1 che non ha fatto neanche il solletico all'undici di Guardiola, benché abbia mostrato qualche pericoloso scricchiolio nell'impianto di gioco su cui il tecnico spagnolo farà bene a intervenire, onde evitare di incappare in brutte sorprese quando il livello degli avversari si innalzerà.
La fase finale della stagione si preannuncia davvero suggestiva, tanto in Italia, con il duello al vertice fra Juve e Napoli che va avanti ormai da mesi a ritmi insostenibili per le altre, quanto in Europa, con le grandi che d'ora in poi saranno chiamate a confrontarsi in partite da dentro o fuori, dove a fare la differenza saranno quelle doti psicologiche, prim'ancora che tecniche o atletiche, che la Juve di Wembley ha dimostrato di possedere. Il che fa ben sperare.