Si è svolta stamatina in piazza Santi Apostoli la manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) per difendere la categoria dei giornalisti dalle censure, dai bavagli e dagli attacchi sferrati nei suoi confronti nelle ultime settimane.
Un pericoloso trumpismo su scala globale minaccia da tempo il nostro mondo, fra insulti, aggressioni, querele temerarie, violenze d'ogni sorta e, sempre più spesso, tragici omicidi. Pensiamo a ciò che è successo l'anno scorso a Daphne Caruana Galizia, la battagliera cronista maltese assassinata per via delle sue denunce contro la corruzione dilagante nel Paese e, in particolare, ai vertici del medesimo.
Un trumpismo che da noi ha assunto le sembianze dell'offesa gratuita, con definizioni come "infimi sciacalli", "pennivendoli" e "puttane", rendendo ancora più precaria la condizione di numerosi colleghi che già scontano il prezzo di una crisi dell'editoria senza precedenti.
Tra i partecipanti alla manifestazione, il presidente e il segretario dell'FNSI, Giulietti e Lorusso, il presidente dell'Ordine, Verna, il senatore del PD, Verducci, lo storico leader dei Verdi, Bonelli, l'A.N.P.I., Magistratura Democratica, l'ex senatore Vita, oggi presidente dell'ARS e dell'Archivio Audiovisivo, Giuliana Sgrena, il direttore di Articolo 21, Stefano Corradino, e l'associazione quasi al completo, il presidente dell'Assocazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, il presidente della Casagit, Daniele Cerrato, un pezzo di CGIL e una cospicua parte di quel mondo che non si è mai arreso ad alcuna aggressione e mai si arrenderà. Tra questi, come recita un nostro vecchio motto, "ci siamo anche noi".