Quaranta, e la mia memoria torna inevitabilmente alle innumerevoli volte che l'ho visto giocare. Quaranta, caro Gigi, un traguardo impegnativo e un grande impegno: l'onore di una sfida che continua, di una battaglia che si rinnova ogni giorno e di un sogno che non finirà mai. Quaranta, e ricordo non tanto la tua classe e le infinite emozioni che mi hai regalato, come juventino e come italiano, quanto soprattutto la tua persona, ciò che mi hai insegnato, la tua concezione pulita dello sport e della vita, la tua capacità di ammettere gli errori di gioventù, il tuo coraggio di guardare avanti, la tua umiltà nell'accettare la Serie B da campione del mondo, la tua gioia di vivere e la tua capacità di ricominciare sempre daccapo.
Quaranta, e l'italia intera, e non solo, ti rende omaggio e ti ringrazia, augurandoti non solo ancora un anno di carriera ma anche tutta la felicità possibile, dopo una vita trascorsa a donare gioia e soddisfazioni al prossimo, mettendo in ogni parata, in ogni partita, in ogni singolo momento una passione e un entusiasmo fuori dal comune.
Quaranta, e mi rendo conto che, quando smetterà anche lui, dei miei sogni d'infanzia, dei campioni con i quali sono cresciuto, delle mie favole da bambino e delle mie illusioni non rimarrà più nulla. L'ho ha scritto altre volte e lo pensavo davvero, ad esempio a proposito di Andrea Pirlo, l'eroe di Bratislava ai tempi dell'Under 21, ma con Gigi è diverso perché lui è stato il mo punto di riferimento sportivo, uno dei miei esempi, un emblema di correttezza, un valore aggiunto in una società senza valori e, cosa più importante in assoluto, un protagonista che è durato oltre una generazione, al punto che lui stesso una volta ha fatto notare di aver iniziato a giocare con colleghi nati negli anni Cinquanta e di essere prossimo a terminare la carriera quando ormai sono in campo i figli del Duemila.
Un fuoriclasse in grado, insomma, di attraversare un arco temporale di oltre vent'anni e di imparare ed insegnare al tempo stesso, fino a raggiungere una pace interiore e una serenità d'animo che costituiscono il suo straordinario punto di forza in un ambiente colmo di pressioni ed eccessi.
Gigi Buffon, un mito normale. Come lui nessuno mai: ne è consapevole e va avanti, avendo ben chiaro che la sua splendida storia rimarrà anche fra tanti anni, quando il mito sarà ormai leggenda e lui sarà un uomo ancora più saggio e ugualmente sobrio.