Se è vero, come sosteneva Feuerbach, che il cibo che mangia dice molto di un uomo, è ancora più necessario prestare attenzione allo spreco che ne facciamo. È stata approvata lo scorso 2 agosto la legge sullo spreco alimentare promossa dalla deputata del Pd Maria Chiara Gadda, nella quale si promuove una consapevolezza cittadina volta alla donazione delle eccedenze alimentari, oppure ad una ritrasformazione di quest’ultima. Il fine è duplice: sul piano etico si cerca di ottenere una sensibilizzazione del consumatore, del cittadino che con l’atto della ‘donazione’ delle eccedenze risponde ad un bisogno sociale, si impegna a far parte di una catena di aiuti che non si chiude solo nell’ambito dei rapporti umani, ma che ingloba anche l’ecosistema. Sul lato pratico, questa legge stabilisce le modalità delle cessioni e tenta di semplificarne l’apparato burocratico.
MENO BUROCRAZIA
Si è lavorato molto su quest’ultimo aspetto: una qualsiasi impresa, ente o semplicemente ristorante, supermercato, può, in base a tale proposta di legge, fare una dichiarazione consuntiva a fine mese invece di dover presentare una domanda almeno 5 giorni prima della donazione. In questo modo si abbattono i meccanismi lenti propri della burocrazia e si offre una maggiore libertà di manovra alle aziende e ai donatori in generale. Si offrono poi degli incentivi per chi dona, al contrario del modello francese, già approvato a febbraio, che opta per una penalizzazione delle imprese; questo aiuta il donatore in sgravi fiscali e lo immette in un prolifico processo ‘do ut des’.
SCADENZA CONSIGLIATA E REALE
Il testo di legge fa chiarezza anche sulla sicurezza alimentare, come ad esempio sulle date di scadenza: quante volte troviamo sui prodotti che acquistiamo la dicitura “da consumare preferibilmente entro…”? Ebbene, è stato chiarito che questa frase significa che il prodotto può essere consumato agevolmente anche poco dopo la data indicata: in questo modo si auspica che molti cibi non vengano buttati prima che siano realmente deperiti. Il provvedimento specifica inoltre che gli alimenti freschi che superano le 24h possono ancora essere ritrasformati e quindi riciclati, come il pane e simili.
DAL CIBO AI FARMACI
Anche i beni alimentari confiscati e ciò che rimane a terra dopo la raccolta in base ad un accordo con gli agricoltori saranno inseriti nel computo della donazione e redistribuiti, procurando incentivi a chi li dona.
Tutto quello che è possibile riutilizzare sarà dunque messo a disposizione, ma la legge italiana fa un ulteriore passo in avanti: gli alimenti che non saranno ritenuti idonei per l’uomo, verranno convertiti e diventeranno ‘utili’ per gli animali.
Ma la lotta allo spreco alimentare coinvolge anche aspetti sociali oltre quelli economici. Molti enti caritativi e associazioni a scopo benefico sono state pienamente coinvolte nell’iniziativa e il Governo ha promosso un piano biennale al fine di stanziare finanziamenti e aiuti. In questa direzione vanno iniziative come il family bag nei ristoranti, o il riutilizzo del cibo pagato, nella gestione consapevole degli ‘avanzi’. La nuova legge, poi, fa riferimento anche ai farmaci: nello specifico, verranno individuate modalità attraverso cui medicinali “correttamente conservati e non scaduti” possono essere donati alle Onlus.
#SPRECOZERO
Finalmente dunque un testo di legge che accende i riflettori su un tema troppo spesso lasciato in secondo piano. Ma la rivoluzione reale deve partire dalla mente del consumatore: siamo noi giovani che dobbiamo abituarci a non dare per scontato i beni che possediamo e a dover aiutare nella misura che ci è possibile il prossimo, il mondo che abitiamo, ma soprattutto noi stessi. Proprio per avvicinare i più giovani a questi argomenti sono stati lanciati gli hashtag #sprecozero e #doniAmo, perché i social sono il nostro metodo per comunicare chi siamo con il mondo intero, ma soprattutto quali battaglie combattiamo per migliorare il nostro futuro. Lo spreco alimentare è una di queste.