Inchieste in classe
Il pregiudizio è roba a adulti?
Mentre in Austria si costruiscono barriere per bloccare i migranti, i ragazzi del liceo “Rosetti” di San Benedetto del Tronto sfatano i luoghi comuni sull’immigrazione
Stefano Vignoli, Letizia Capriotti, Alessia Rosati, Elisa Tommolini | 6 maggio 2016

Più immigrazione uguale più criminalità? La risposta degli studenti del liceo Scientifico “Rosetti” di San Benedetto del Tronto è un deciso “no” che ribalta uno dei maggiori luoghi comuni.

Questo uno dei dati più interessanti emersi grazie ad un sondaggio svolto all’interno della scuola e che ha coinvolto circa quaranta ragazzi per focalizzare alcuni aspetti dell’attuale e discusso tema. 

La redazione di Zai.net e Radio Jeans della scuola ha elaborato un questionario di dieci domande sotto la guida dei professori Rizzoli e Nespeca, che hanno  anche elaborato i dati, e lo hanno sottoposto a un campione rappresentativo di studenti delle classi terze del liceo. In particolare, hanno scelto tramite criterio di sorteggio un ugual numero di maschi e femmine. Ma come hanno risposto gli intervistati? Qual è la percezione di una questione così dibattuta e così presente nelle nostre vite?

Prima di tutto la considerazione dei migranti: un ragazzo su due li ritiene rifugiati politici, dimostrando quindi di conoscere o quantomeno di aver sentito parlare delle coordinate geopolitiche entro cui si muove il fenomeno. Una percentuale molto più bassa, rappresentata per lo più da ragazze, definisce il migrante come una persona povera, quindi in ristrettezze economiche. E il tratto distintivo più evidente è per gli studenti la lingua parlata: sia ragazzi che ragazze hanno dichiarato che è l’accento straniero l’elemento da cui riconoscono i migranti, seguito dall’aspetto fisico (circa il 35%). L’abito fa il monaco? Decisamente no, secondo il campione degli intervistati, dato che solo il 3% ha dichiarato l’abbigliamento come tratto di riconoscibilità. 

I migranti sono una realtà quotidiana per la maggior parte di loro: a più del 60% capita di incontrare spesso per strada quello che definiscono straniero. 

Ma il fatto che ci sia un numero maggiore di stranieri in Italia non viene in alcun modo collegato alla percezione di una criminalità più diffusa, binomio che invece spesso imperversa in Italia. Il 70% degli intervistati rifiuta categoricamente l’associazione: “più immigrazione, più criminalità”.

D’altra parte, per oltre un ragazzo su tre, i migranti costituiscono allo stesso tempo un danno e una risorsa.

Ma come comunicare ad esempio con coetanei stranieri? Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, solo per un ragazzo su dieci la musica costituisce un collante. Per oltre il 30%, invece, è più importante lo scambio di informazioni sulle proprie esperienze di vita: la comunicazione diretta di esperienze comuni o completamente diversa costituisce indubbiamente il canale migliore per abbattere i pregiudizi. E proprio per questo la quasi totalità degli studenti intervistati si dichiara per nulla contrario all’inserimento in ambito scolastico di ragazzi migranti, anche se non conoscono affatto la lingua italiana. Il dato sfiora il 100% se consideriamo solo il campione femminile. In linea anche il dato sul diritto di voto: in nome di una reale integrazione, per circa il 70% del campione dopo la scuola è giusto anche concedere il diritto di voto agli stranieri che risiedono da tempo in Italia. Ma l’attualità ci insegna atteggiamenti molto diversi: dall’Ungheria alla Macedonia, per arrivare ora all’Austria che ha iniziato i lavori per la costruzione di un muro lungo la frontiera del Brennero. Il 70% degli studenti si è dichiarato contrario alla chiusura delle frontiere, proprio perché chi arriva nell’Unione Europea spesso fugge da situazioni di guerra ed è alla ricerca di migliori condizioni di vita. Il 30% dei favorevoli è costituito principalmente dalle ragazze. 

Considerando il campione diviso per genere, colpiscono alcuni dati relativi alla parte femminile. Primo fra tutti l’astensione: molte non si sono espresse su alcune domande, mentre tutti i maschi si sono sentiti in dovere di dire la loro.

Inoltre, sulla base delle risposte fornite emerge che le ragazze avvertono l’immigrazione come elemento più problematico rispetto alla componente maschile. Un risultato, forse legato al timore riguardo la propria sicurezza personale, su cui riflettere: quanto i media, come ad esempio nel caso dei fatti di Colonia, hanno influito a livello inconscio sulla percezione delle ragazze?