Una tre giorni speciale
CreativaMENTE
Giunto alla sua dodicesima edizione, il Festival della Mente di Sarzana si conferma uno degli appuntamenti più stimolanti nel panorama culturale nazionale ed europeo
Jacopo Bertella | 29 ottobre 2015

Sfiora le cinquantamila presenze l’ultima edizione del Festival della mente di Sarzana, dedicato quest’anno al tema della responsabilità. Guidata dalla direzione scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet da quella artistica di Benedetta Marietti, la tre giorni di incontri, spettacoli e laboratori ha riscosso grande successo. Tanti i protagonisti nazionali e internazionali che con i loro interventi hanno stimolato un dibattito culturale a tutto tondo, dalla scienza all’arte, passando per l’attualità, con il fil rouge della responsabilità.

A parlare di responsabilità e politica, il professor Luciano Canfora, che ha aperto questa edizione ricostruendo la figura di un personaggio molto dibattuto nella storiografia: l'imperatore  romano Augusto.

Responsabilità nei confronti degli altri è quella su cui si sono soffermati due noti psichiatri, Massimo Ammaniti ed Eugenio Borgna: il primo ha sottolineato come la cooperazione sia la più grande risorsa in mano agli uomini, che dopo anni di individualismo devono riscoprire il senso del noi. Borgna si sofferma sul valore delle emozioni: l’empatia nei confronti di ciò che provano gli altri è un nuovo modo di essere responsabili.

Ma quando parliamo di responsabilità, non può non venirci in mente un personaggio della classicità come Edipo. Fu veramente lui responsabile della sua fine- cieco e abbandonato da tutti – e quanto poteva fare per opporsi al suo destino? A rispondere è stato Matteo Nucci, ripercorrendo la lezione di Platone, che aveva affrontato questo tema.

Non è mancata un’incursione nella letteratura contemporanea, con lo scrittore Frank Westerman, che ha riflettuto sulla responsabilità di dire “io” in un’opera letteraria oggi.

Alessandro Barbero ha affrontato il tema della responsabilità dello storico, con i ritratti di tre  grandi: Gaetano Salvemini, uno dei più importanti storici italiani di inizio Novecento, Marc Bloch, ebreo ucciso dai nazisti, e il nazionalista tedesco Ernst Kantorowicz. Responsabilità nei confronti dell’ambiente che ci circonda, a partire dalla nostra piccola esperienza. A suggerirci come è Marco Martella, responsabile del verde storico in Francia, che consiglia di restituire al giardino la dimensione quasi sacrale che aveva nel mondo classico, con la presenza del genius loci, superando quella attuale limitativa di spazio funzionale.

Centrali anche temi di stretta attualità, come i migranti e il femminicidio, dei quali tutta l’opinione pubblica dovrebbe avere reale consapevolezza. Lo scrittore Eraldo Affinati e il giurista Salvatore Lombardo si sono concentrati sulle migrazioni di popoli e sulla responsabilità individuale e collettiva. La scrittrice e avvocato Simonetta Agnello Hornby si è interrogata sulle strategie di intervento per le vittime e gli artefici di reati di violenza di genere.

E sempre di responsabilità, forse una delle più importanti perché è verso le generazioni più giovani, si è parlato con il maestro di strada Marco Rossi Doria, l’esperta di politiche educative Giulia Tosoni e lo scrittore e insegnante Edoardo Albinati. Sotto i riflettori la scuola e la sua missione educativa che non deve lasciare nessuno indietro e combattere esclusione ed emarginazione.

Tra gli appuntamenti curiosi, un inedito ritratto della matematica offertoci dal professor Carlo Toffaroli, secondo cui la matematica intesa correttamente può ispirare, oltre al giusto rigore, anche libertà, creatività e fantasia; la storia misteriosa del Piccolo principe e del suo autore Antoine de Saint-Exupéry; il racconto della vita di un gruppo di scienziati in Antartide a -50°.

Non sono mancate, infine, alcune anteprime interessanti: da Anna Bonaiuto, che si è cimentata in un reading di L’amica geniale di Elena Ferrante, il concerto dell’attore Giuseppe Battiston, in questa occasione prestato al mestiere di cantante, l’ironico incontro fra il filosofo della scienza Stefano Moriggi e l’astrologo Marco Pesatori, che ha spiegato come il suo mestiere sia quello di “sbagliare le previsioni”. Un programma ricchissimo ed eclettico dunque, premiato dalla grande affluenza di pubblico, nel puro stile del Festival della Mente. Con una promessa per le prossime edizioni: costruire nuove relazioni e nuove reti in Italia e in Europa.