Una testimonianza, una denuncia, ma anche un atto di simpatia ed attenzione verso tutte quelle donne che sonoancora prigioniere di un matrimonio non voluto, di una famiglia violenta, di uno sfruttatore, di una tradizione e di una discriminazione storica difficile da superare”. Sono queste le parole con cui Dacia Maraini apre il suo libro Passi affrettati: la storia di otto donne provenienti da Paesi e Stati diversi che raccontano esperienze di dolore e discriminazione. A prendere per prima la parola è Lhakpa, una ragazza tibetana con il sogno di arruolarsi nell’esercito cinese per poter girare il mondo, ottenere un bel gruzzoletto di soldi e promettere un buon sostentamento alla sua tanto amata madre e a se stessa. Proprio mentre sta cercando di realizzare I suoi sogni, è vittima di uno stupro da parte di cinque uomini.
Sarah, invece, nell’infanzia ha subìto violenza dall’uomo di cui si fidava e che amava di più, suo nonno. È vittima di violenze fisiche da parte del marito che non vuole che partorisca un bambino che secondo lui darà solo guai. Poi c’è Aisha, una ragazza innamorata dell’idea dell’amore che si lascia possedere dal ragazzo della casa di fronte, credendo a una vana promessa di matrimonio. Il suo amato infatti scappa e lei viene cosparsa di benzina e bruciata dai suoi parenti per essere rimasta incinta.
Poi è la volta di Juliette, una donna che ama l’uomo che ha sposato così tanto da non denunciarlo per tutte le volte in cui lui l’ha picchiata. Amina, condannata ad esser lapidata in pubblico per aver avuto un figlio da parte di suo marito, che aveva un’altra moglie oltre lei. Carmelina, invece, è vittima di uno stupro a soli tredici anni, con il fratello che la immobilizza e lascia che venga privata della sua dignità, dopo averla venduta per riuscire a pagare un debito.
Sembra essere più “fortunata” Teresa,morta per un colpo di pistola dopo aver denunciato più volte le violazioni da parte di suo marito. La polizia non ha fatto mai niente per salvarla dal suo destino crudele.
Le ultime parole sono quelle di Viollca, una bambina che viene a Roma per vedere il Papa, ma viene chiusa dentro una cameretta buia e l’unica cosa che riesce a vedere è un uomo che si sfila i pantaloni.È con la stesura di questo libro che Dacia Maraini pone l’attenzione sui molteplici fenomeni di violenza che accadono in ogni parte del mondo e che vengono identificati solo quando la donna è morta o è già stata picchiata a sangue fino ad essere distrutta fisicamente e moralmente da uomini che credono di essere superiori. I fatti narrate dalla Maraini sono completamente reali, spunti di cronaca nera che mettono in risalto il fatto che la violenza non abbia latitudine. Non sono donne costrette ad indossare il velo o il Burqa per le regole dettate dalla loro religione, ma anche ragazze occidentali: storie come queste accadono in ogni Paese. Una testimonianza, una denuncia. Un aiuto pertutte le donne che con “passi affrettati” hanno avuto il coraggio di raccontare e rendere partecipe il mondo intero di tutto ciò che hanno subito ingiustamente. Una lettura scorrevole, ma allo stesso tempo forte per la delicatezza del tema trattato. Un linguaggio adatto a mettere in risalto la brutalità di tutto ciò che accade oggi giorno in ogni parte del mondo. Un libro difficile da dimenticare.