Le direttive comunitarie che migliorano la vita
La nostra Europa quotidiana
Un diritto acquisito spesso viene dato per scontato. Specie se la sua origine è per lo più sconosciuta. Ecco perché dobbiamo ringraziare l’Unione Europea
redazione | 6 novembre 2014
“La vita un po’ te la cambia” recita il claim del più famoso network televisivo satellitare. Probabilmente sarete d’accordo, ma c’è qualcosa che ha migliorato la nostra vita di tutti i giorni, e non ne ha fatto un battage pubblicitario. Qualcosa che non si paga per avere, ma che possediamo già. Ed è un network grandissimo: 500 milioni di membri e 4 milioni di km2 di estensione. È l’Unione europea, che oltre a dettarci norme e divieti, ha modificato i nostri stili di vita, riconoscendo diritti che prima non erano previsti. È il nostro status di membri a tutelarci di più e ad offrirci nuove opportunità. Sì, ma quali? Provate a pensarci: molto probabilmente la maggior parte di voi non riuscirà ad elencare più di due vantaggi. Ora leggete l’articolo: alla fine vi renderete conto di conoscerli tutti.
COMPRARE ONLINE È PIÙ SEMPLICE
A caccia dell’ultimo videogame su internet per spuntare un prezzo migliore? Grazie all’Europa chi fa acquisti online è molto più tutelato: la direttiva Ue 83/2011, recepita in Italia a inizio anno, prevede infatti che chi compra ha a disposizione 14 giorni e non 10 per cambiare idea; inoltre, se si decide di pagare con uno strumento elettronico come prepagate o carte di credito, è vietato aumentare le tariffe.
IL DIRITTO DI STUDIARE
Dietro alle opportunità offerte dal programma Erasmus ormai in pensione c’è un importante diritto di cui godiamo per il fatto di essere membri dell’Unione europea: quello di poter studiare in un altro Stato membro alle stesse condizioni dei cittadini di quel Paese. Lo studente potrà quindi chiedere le borse di studio e non deve pagare tasse di importo superiore a quello dei suoi colleghi universitari. Infine, per tutta la durata del corso di studi, ha il diritto di vivere in quello Stato membro.
SANI E SALVI!
Viaggio di maturità in Grecia: vi rompete una gamba e siete a inizio vacanza. Non preoccupatevi: da febbraio 2014 non ci sono più difficoltà e lungaggini per curarsi in un altro Stato dell’Unione. Il Consiglio dei Ministri ha infatti recepito la direttiva 24/2011 secondo cui ciascun cittadino ha il diritto di curarsi in un altro Paese UE e di ottenere, al ritorno, il rimborso delle spese sostenute, naturalmente secondo le leggi del proprio Paese di appartenenza.
SÌ, VIAGGIARE
Siete in partenza per una capitale europea? Se ci sono problemi durante il viaggio in aereo, in treno o in pullman, l’Unione tutela i passeggeri. In particolare, per quanto riguarda il trasporto aereo, grazie al regolamento 261/2004, chi viaggia può chiedere un rimborso del biglietto o un altro volo nel caso di: overbooking, ritardo superiore a 5 ore, cancellazione del volo e negato imbarco.
Voglia di interrail? Anche in questo caso siete tutelati da un regolamento UE, il 1371/2003, che prevede il diritto al rimborso parziale o totale in caso di ritardo o cancellazione. Se a causa del ritardo, poi, perdiamo una coincidenza, la società di trasporto ferroviario dovrà provvedere ai pasti ed eventualmente al pernottamento. Lo stesso è previsto dal Regolamento 181/2011 per quanto riguarda il trasporto in pullman.
ADDIO AL ROAMING
Da luglio 2016 non esisteranno più sovrapprezzi di roaming per le chiamate in uscita quando si è in un Paese dell’UE. Una vera e propria rivoluzione nel campo delle telecomunicazioni, iniziata quest’estate: da luglio 2014, infatti, se siamo all’estero in uno Stato europeo non dobbiamo più pagare le chiamate in entrata. E, cosa ancora più importante, è stato messo un limite alle tariffe: gli operatori telefonici mobili non potranno addebitare una tariffa maggiore di 0.19 cent al minuto per chiamate all’interno dell’UE. Per la telefonia fissa, le chiamate internazionali sono equiparate alle interurbane nazionali.
SENZA FRONTIERE
È forse il vantaggio più conosciuto e che viene dato per scontato: dal 1990 con la convenzione di Schengen è stato sancito il diritto alla libera circolazione delle persone, con la conseguente eliminazione delle frontiere. La direttiva 38/2004 conferma questo diritto, prevedendo che ogni cittadino dell’Ue ha diritto di spostarsi liberamente e di risiedere in un altro Paese dell’Unione.
ELETTI ALL’ESTERO
Se sognate una carriera da politico, sappiate che secondo la Direttiva UE 109/93 ogni cittadino che risieda in un altro Stato dell’Unione ha diritto di voto o di candidatura alle stesse condizioni dei cittadini del Paese in cui risiede. Naturalmente, nessuno può votare due volte o essere candidato in più Paesi contemporaneamente.
COMPRARE ONLINE È PIÙ SEMPLICE
A caccia dell’ultimo videogame su internet per spuntare un prezzo migliore? Grazie all’Europa chi fa acquisti online è molto più tutelato: la direttiva Ue 83/2011, recepita in Italia a inizio anno, prevede infatti che chi compra ha a disposizione 14 giorni e non 10 per cambiare idea; inoltre, se si decide di pagare con uno strumento elettronico come prepagate o carte di credito, è vietato aumentare le tariffe.
IL DIRITTO DI STUDIARE
Dietro alle opportunità offerte dal programma Erasmus ormai in pensione c’è un importante diritto di cui godiamo per il fatto di essere membri dell’Unione europea: quello di poter studiare in un altro Stato membro alle stesse condizioni dei cittadini di quel Paese. Lo studente potrà quindi chiedere le borse di studio e non deve pagare tasse di importo superiore a quello dei suoi colleghi universitari. Infine, per tutta la durata del corso di studi, ha il diritto di vivere in quello Stato membro.
SANI E SALVI!
Viaggio di maturità in Grecia: vi rompete una gamba e siete a inizio vacanza. Non preoccupatevi: da febbraio 2014 non ci sono più difficoltà e lungaggini per curarsi in un altro Stato dell’Unione. Il Consiglio dei Ministri ha infatti recepito la direttiva 24/2011 secondo cui ciascun cittadino ha il diritto di curarsi in un altro Paese UE e di ottenere, al ritorno, il rimborso delle spese sostenute, naturalmente secondo le leggi del proprio Paese di appartenenza.
SÌ, VIAGGIARE
Siete in partenza per una capitale europea? Se ci sono problemi durante il viaggio in aereo, in treno o in pullman, l’Unione tutela i passeggeri. In particolare, per quanto riguarda il trasporto aereo, grazie al regolamento 261/2004, chi viaggia può chiedere un rimborso del biglietto o un altro volo nel caso di: overbooking, ritardo superiore a 5 ore, cancellazione del volo e negato imbarco.
Voglia di interrail? Anche in questo caso siete tutelati da un regolamento UE, il 1371/2003, che prevede il diritto al rimborso parziale o totale in caso di ritardo o cancellazione. Se a causa del ritardo, poi, perdiamo una coincidenza, la società di trasporto ferroviario dovrà provvedere ai pasti ed eventualmente al pernottamento. Lo stesso è previsto dal Regolamento 181/2011 per quanto riguarda il trasporto in pullman.
ADDIO AL ROAMING
Da luglio 2016 non esisteranno più sovrapprezzi di roaming per le chiamate in uscita quando si è in un Paese dell’UE. Una vera e propria rivoluzione nel campo delle telecomunicazioni, iniziata quest’estate: da luglio 2014, infatti, se siamo all’estero in uno Stato europeo non dobbiamo più pagare le chiamate in entrata. E, cosa ancora più importante, è stato messo un limite alle tariffe: gli operatori telefonici mobili non potranno addebitare una tariffa maggiore di 0.19 cent al minuto per chiamate all’interno dell’UE. Per la telefonia fissa, le chiamate internazionali sono equiparate alle interurbane nazionali.
SENZA FRONTIERE
È forse il vantaggio più conosciuto e che viene dato per scontato: dal 1990 con la convenzione di Schengen è stato sancito il diritto alla libera circolazione delle persone, con la conseguente eliminazione delle frontiere. La direttiva 38/2004 conferma questo diritto, prevedendo che ogni cittadino dell’Ue ha diritto di spostarsi liberamente e di risiedere in un altro Paese dell’Unione.
ELETTI ALL’ESTERO
Se sognate una carriera da politico, sappiate che secondo la Direttiva UE 109/93 ogni cittadino che risieda in un altro Stato dell’Unione ha diritto di voto o di candidatura alle stesse condizioni dei cittadini del Paese in cui risiede. Naturalmente, nessuno può votare due volte o essere candidato in più Paesi contemporaneamente.