Lo confesso. Se penso ai dinosauri ricordo bene quelli di Jurassic Park e per me l’Era glaciale rimane un tenero film di animazione. Eppure, non appena varcata la soglia del Muse, il nuovissimo Museo della Scienza di Trento, capisco che sto per iniziare un viaggio emozionante che comincia con il sogno, con il volo. Ebbene sì. Al centro del grande palazzo di cemento e vetri galleggiano nell'aria tanti animali tassidermizzati, così vicini da dare l'impressione di poterli toccare, poiane con le ali spiegate e, incredibile, camosci rampanti.
A questo punto, lo avrete capito, non siamo in un museo tradizionale, un luogo, dove il visitatore sfila davanti a reperti in vetrina sbadigliando nel leggere lunghe descrizioni (qui i cartelli sono brevi ed esplicativi come tanti tweet). Spiega il Direttore, Michele Lanzinger che lo studio “Renzo Piano” che l’ha progettato ha applicato il concetto di “zero gravity”: l’allestimento prevede degli oggetti esposti sospesi con cavi sottili. L’effetto è scenografico: tavoli, ripiani, pannelli, monitor e foto, alternati a rettili volanti di ogni genere, sono agganciati al soffitto o al pavimento con tiranti d’acciaio e sembrano fluttuare nell’aria. Questo allestimento, chiamato il “Grande vuoto”, unisce i sei piani connettendo il lucernario al piano interrato (dove si trovano i dinosauri). Ed è anche arricchito da effetti sonori. Quindi preparatevi a stupirvi come è già successo agli oltre 110.000 visitatori negli ultimi tre mesi.
La struttura dell’edificio, realizzato su uno specchio d’acqua, è stupefacente e richiama nel profilo, con le grandi vetrate inclinate, i pendii delle montagne da cui è circondato. La montagna e l’ambiente sono uno dei fili conduttori della visita: a partire dalla vetta, il piano più alto dell’edificio, che ospita le mostre sui ghiacciai, sull’esplorazione e la vita negli ambienti estremi, si scende gradualmente a valle per conoscere l’ambiente alpino con la sua geologia, la sua flora e la fauna, e per osservare come questo si è evoluto e trasformato a opera del tempo e dell’uomo. La biodiversità alpina è poi lo spunto che, nella narrazione proposta dal Muse, permette di allargare lo sguardo alla scienza in generale: all’evoluzione della vita, dalle sue basi genetiche e molecolari, fino agli animali e all’uomo. Per poi far riflettere su come Homo sapiens, una volta apparso sulla scena, abbia contribuito a sua volta a modificare l’ambiente e il territorio, a influire sulla natura grazie alla tecnologia. E come da questa interazione dipenda il nostro futuro.
Il percorso museale è stato pensato dall’alto al basso, attraverso sei piani ciascuno con ambienti immersivi che creano spazi virtuali a 360°. Eccoli:
+5: sulla sommità dell’edificio, una terrazza permette di ammirare il paesaggio alpino circostante e la struttura dell’edificio.
+4: ai piani più alti si parla di alta montagna. Un grande ghiacciaio ricostruito con rocce, vegetazioni e ghiaccio si raggiunge attraverso un ponte attrezzato dove sperimentare anche la sensazione del vuoto. Attraversando un tunnel si viene trasportati sulle cime alpine delle Dolomiti, mentre un video wall mostra in tempo reale la situazione meteorologica di varie località trentine, facendoci scoprire come si fanno le previsioni del tempo. Non manca un richiamo alle avventure di esploratori e storici alpinisti.
+3: un labirinto della biodiversità vi porta alla scoperta degli ecosistemi e degli animali alpini, del loro rapporto, delle tecniche di sopravvivenza nel susseguirsi delle stagioni. Ventisei ambienti, due acquari, con animali imbalsamati, giochi interattivi, travestimenti e laboratori.
+2: racconta la storia delle Dolomiti, il loro processo geologico di formazione e trasformazione attraverso reperti come rocce, fossili, minerali. Una postazione multimediale interattiva consente di mettersi nei panni dell’operatore della Protezione civile per gestire le diverse calamità ambientali come terremoti, valanghe. Imperdibile l’acquario tropicale con acqua salata a rappresentare l’ambiente di formazione delle rocce dolomitiche.
+1: la Time machine: una grotta multimediale. All’interno le scene di vita preistorica sono rappresentate sia sulle pareti che sugli schermi posti al centro: qui, illuminato da un suggestivo fuoco, viene ricreato un rito sciamanico ambientato nel sito preistorico di Riparo Dalmeri (santuario della preistoria alpina risalente a circa tredicimila anni fa). Ma lo sguardo è anche rivolto al futuro, ai cambiamenti del sistema Terra e alle problematiche che comportano, con una grande sfera interattiva con immagini animate di tempeste atmosferiche. E sempre al primo piano vi consigliamo un passaggio al FabLab, una piccola officina aperta al pubblico che offre strumenti per la “personal digital fabrication” quali stampanti 3D, laser cutter, plotter vinilici. E si potrà produrre di tutto: dai giocattoli ai prodotti alimentari, dai mobili agli strumenti musicali (io me ne vado con una poltroncina e un coniglietto!)
0: due spazi espositivi innovativi, uno sensoriale dedicato ai bambini per stimolare tatto, vista e udito, l’altro con oggetti e macchine sospesi che riproducono fenomeni fisici e con cui il visitatore può interagire.
-1: Teche sospese che rappresentano il Sistema solare ci riportano alle origini della terra e alla nascita delle prime forme di vita. La galleria dei dinosauri ci introduce alle tematiche di evoluzione degli ambienti e delle specie viventi.
Imperdibile
La serra tropicale dove viene protetta e fatta crescere una foresta pluviale con temperature particolari per lo sviluppo di piante e animali. È il segno del lavoro dei ricercatori trentini, un richiamo all'Estern Arc della Tanzania, uno dei territori più ricchi di biodiversità, dove aggirarsi tra felci, banani, fiori, spezie, uccelli, rettili, insetti, anfibi, farfalle.
Il Muse, il nuovo Museo della Scienza
E della scienza il fin è... la meraviglia
Dimenticate le tetre volpi imbalsamate e preparatevi a emozionarvi entrando in un palazzo di 12.000 mq di superficie con immense vetrate. Comincia un viaggio sensoriale tra sei piani di oggetti fluttuanti, ghiacciai ricreati, dinosauri e persino una fore
Melusina | 13 novembre 2013