Comunicare è anche fare impresa
Poco più che quarantenne, l?imprenditrice Antonella Silipigni ha messo su ?Tikkun Fenix?, un?azienda per la consulenza alle PMI sfruttando le sue competenze in marketing e in public affairs
Fabio Canessa | 27 aprile 2013
Come mai hai deciso di investire il tuo talento e la tua professionalità in questo settore?
Ho acquisito delle capacità nell?ambito professionale della comunicazione e delle relazioni istituzionali. Ho avuto la fortuna di lavorare sempre in contesti molto ampi di multinazionali che avevano rapporti con il territorio e le istituzioni. Ho potuto quindi vedere l?Italia dall?esterno, dagli occhi di Paesi investitori e quindi mi sono resa conto di quanto potesse servire questo servizio alle nostre aziende. Oggi soprattutto le piccole e medie imprese hanno difficoltà a trovare opportunità, a fare business, a reperire finanziamenti: questo perché le informazioni non sono capillari e alcune volte non ci sono per niente.
Che studi hai fatto?
Io mi sono laureata in Scienze politiche, poi ho fatto un master in Marketing e comunicazione. Successivamente lavorando ho approfondito questo aspetto dal punto di vista pratico e ho raggiunto anche il livello dirigenziale. È arrivata però la crisi, e le aziende hanno cominciato prima di tutto a tagliare i posti dei manager. A questo punto sono tornata a Genova e ho deciso di mettermi in proprio utilizzando quanto avevo appreso negli anni precedenti.
Quando hai capito di potercela fare?
Nel momento in cui ho iniziato a fare attività sul territorio ho avuto la possibilità di confrontarmi con piccole imprese che dovevano relazionarsi con l?azienda per cui lavoravo e che invidiavano il fatto che questa potesse servirsi di una persona nel mio ruolo. Lì mi è scattato qualcosa, ho capito che c?era una nicchia di mercato, che c?era la possibilità di mettere questo tipo di servizio a favore di chi non l?aveva.
Cosa manca alle PMI?
Non conoscono le norme o le regolamentazioni per una negoziazione migliore con le grandi aziende, non sanno come funziona la comunicazione fra le imprese. Spesso può accadere che in un territorio intervengano grandi imprese calate dall?alto, le altre aziende più piccole temono una concorrenza smodata, e a loro volta i cittadini fanno pressione. Cercare di capire le opportunità per tutti è un servizio che a tutt?oggi manca: molti dei problemi sul territorio dipendono da questo mancato trait d?union.
Hai mai avuto dubbi nella fase di start up pensando che non ce l?avresti fatta?
Quelli sempre, perché la cultura su questo tipo di attività non è ancora masticata dal tessuto microimprenditoriale.
Hai potuto godere di qualche agevolazione?
All?inizio una società di finanziamento che mi ha dato la possibilità di aprire. Poi però, essendo una piccolissima impresa guidata da una donna è difficile avere accesso al credito: tutto quello che l?azienda guadagna viene reinvestito nell?azienda stessa.
Descrivici la tua giornata tipo...
Inizia alle nove per me e per i miei collaboratori, che però finiscono alle cinque, mentre io lavoro fino a quando ho energie. Per prima cosa si fa un monitoraggio delle notizie relative a finanziamenti in contesti locale, regionale, nazionale ed europeo. Poi si analizza il portafoglio clienti in base ai settori di attività: noi ci occupiamo di social media marketing, progettualità europea, marketing politico istituzionale, analisi pre e post elettorale.
Prospettive future?
Naturalmente vorremmo crescere di più e arrivare anche negli States. Ma prima di tutto mi auguro che ci sia una regolamentazione del settore in Italia. Vorrei un albo come esiste in Europa, in modo che non ci si improvvisi a fare questo mestiere. Tutti comunichiamo, è facile e naturale, ma saper comunicare bene ed efficacemente non è da tutti.
Ho acquisito delle capacità nell?ambito professionale della comunicazione e delle relazioni istituzionali. Ho avuto la fortuna di lavorare sempre in contesti molto ampi di multinazionali che avevano rapporti con il territorio e le istituzioni. Ho potuto quindi vedere l?Italia dall?esterno, dagli occhi di Paesi investitori e quindi mi sono resa conto di quanto potesse servire questo servizio alle nostre aziende. Oggi soprattutto le piccole e medie imprese hanno difficoltà a trovare opportunità, a fare business, a reperire finanziamenti: questo perché le informazioni non sono capillari e alcune volte non ci sono per niente.
Che studi hai fatto?
Io mi sono laureata in Scienze politiche, poi ho fatto un master in Marketing e comunicazione. Successivamente lavorando ho approfondito questo aspetto dal punto di vista pratico e ho raggiunto anche il livello dirigenziale. È arrivata però la crisi, e le aziende hanno cominciato prima di tutto a tagliare i posti dei manager. A questo punto sono tornata a Genova e ho deciso di mettermi in proprio utilizzando quanto avevo appreso negli anni precedenti.
Quando hai capito di potercela fare?
Nel momento in cui ho iniziato a fare attività sul territorio ho avuto la possibilità di confrontarmi con piccole imprese che dovevano relazionarsi con l?azienda per cui lavoravo e che invidiavano il fatto che questa potesse servirsi di una persona nel mio ruolo. Lì mi è scattato qualcosa, ho capito che c?era una nicchia di mercato, che c?era la possibilità di mettere questo tipo di servizio a favore di chi non l?aveva.
Cosa manca alle PMI?
Non conoscono le norme o le regolamentazioni per una negoziazione migliore con le grandi aziende, non sanno come funziona la comunicazione fra le imprese. Spesso può accadere che in un territorio intervengano grandi imprese calate dall?alto, le altre aziende più piccole temono una concorrenza smodata, e a loro volta i cittadini fanno pressione. Cercare di capire le opportunità per tutti è un servizio che a tutt?oggi manca: molti dei problemi sul territorio dipendono da questo mancato trait d?union.
Hai mai avuto dubbi nella fase di start up pensando che non ce l?avresti fatta?
Quelli sempre, perché la cultura su questo tipo di attività non è ancora masticata dal tessuto microimprenditoriale.
Hai potuto godere di qualche agevolazione?
All?inizio una società di finanziamento che mi ha dato la possibilità di aprire. Poi però, essendo una piccolissima impresa guidata da una donna è difficile avere accesso al credito: tutto quello che l?azienda guadagna viene reinvestito nell?azienda stessa.
Descrivici la tua giornata tipo...
Inizia alle nove per me e per i miei collaboratori, che però finiscono alle cinque, mentre io lavoro fino a quando ho energie. Per prima cosa si fa un monitoraggio delle notizie relative a finanziamenti in contesti locale, regionale, nazionale ed europeo. Poi si analizza il portafoglio clienti in base ai settori di attività: noi ci occupiamo di social media marketing, progettualità europea, marketing politico istituzionale, analisi pre e post elettorale.
Prospettive future?
Naturalmente vorremmo crescere di più e arrivare anche negli States. Ma prima di tutto mi auguro che ci sia una regolamentazione del settore in Italia. Vorrei un albo come esiste in Europa, in modo che non ci si improvvisi a fare questo mestiere. Tutti comunichiamo, è facile e naturale, ma saper comunicare bene ed efficacemente non è da tutti.